Ancora a proposito di Università, su quello che è stato ribattezzato come decreto ammazza-telematiche Bandecchi è categorico: “Il decreto è stato chiamato ammazza-telematiche per ignoranza. E’ proprio sbagliato il concetto, questo decreto ammazzava diverse università statali e diverse università private. Era sbagliato all’origine e l’Anvur se ne è accorto, così come la conferenza dei Rettori. Si parlava di qualità della didattica abbinata alla numerosità dei professori. La qualità non sta nella numerosità e la numerosità degli studenti non può dare origine alla numerosità dei professori, perché nelle Università, statali e non, in Italia non c’è l’obbligo di frequenza. Le Università italiane sono gestite male, sono in mano a dei professori che non hanno nessuna esperienza manageriale, non l’hanno mai avuta e nessuno gli ha mai insegnato né a fare i professori né a fare i manager. Mettiamo in mano le nostre Università, per un valore di 5.8 miliardi, a persone che sono evidentemente inadeguate. Nel resto del pianeta il mondo accademico e didattico è totalmente separato dal mondo amministrativo e logistico”.
Bandecchi, Presidente della società di Scienze Umane, fondatrice dell’Università Niccolò Cusano, poi ha detto la sua sull’importanza dell’insegnamento in metodologia e-learning: “Oggi abbiamo dei sistemi fantastici, se Einstein fosse ancora vivo potrebbe fare lezioni a tutto il mondo attraverso la metodologia e-learning grazie a Internet. Per la prima volta da quando esiste l’umanità c’è la possibilità di puntare realmente alla comunicazione dell’eccellenza a tutti e c’è chi vorrebbe negarla. Accadono davvero delle cose strane in questo Paese”.
Da Bandecchi, infine, un appello: “L’Università italiana oggi potrebbe cogliere un’opportunità fantastica. Con la Brexit gli inglesi hanno perso il 15% degli studenti europei e il 18% degli studenti extracomunitari. Si tratta di 650.000 studenti circa, un indotto miliardario che potrebbe valere qualche punto del nostro prodotto interno lordo e che noi continuiamo ad ignorare con un’altra legge assurda, quella che prevede che nelle Università italiane ci sia un numero chiuso di stranieri che possano entrare. I tedeschi e i francesi si stanno arricchendo con questa cosa. Lancio un appello al Ministro dell’Università e della Pubblica Istruzione: bisogna aprire un tavolo di lavoro con esperti di didattica, didattica e-learning e didattica in presenza. La massima qualità può portare risultati eccellenti ed è ridicolo oggi pensare che il comparto universitario italiano possa essere un comparto che crei debiti per lo Stato invece di portare denaro a questa nazione”.
Sono totalmente d’accordo con Stefano Bandecchi. Ho 66 anni, finalmente riesco a frequentare l’università grazie alla tecnologia messa a disposizione di UNICUSANO. Ho avuto grandi soddisfazioni nell’ambito del lavoro, ma se avessi avuto allora, le informazioni che trovo alla UNICUSANO avrei avuto maggiore successo per il mio paese e per me.
Lei, dott Bandecchi, può fare moltissimo per tutti coloro che non possono frequentare di presenza l’università. Ci metta tutta l’energia, a Lei non manca, per realizzare le sue prospettive. C’è la fara’. Ed avrà grande seguito.
Silvio Barito