Non è vero, come sostiene qualcuno, che Mani Pulite si bloccò quando era arrivato il momento di far luce sul Partito Comunista. Ne ha parlato Antonio Di Pietro, ex magistrato, intervenendo ai microfoni di Radio Cusano Campus nel corso del format ECG, condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio. 

Prima di svelare la sua versione dei fatti su mani pulite e il partito comunista, Antonio Di Pietro si è soffermato su alcuni fatti d’attualità. L’ex magistrato ha detto la sua sulla questione ‘stadio della Roma‘: “Voglio bene a Beppe Grillo e agli amici del Movimento Cinque Stelle, ma non si può volere tutto e organizzarsi per ottenere nulla. La possibilità di fare lo stadio c’è, dire che bisogna farlo da un’altra parte non c’azzecca niente. Per la prima volta esprimo delle riserve sugli amici del Movimento Cinque Stelle”.

Su Michele Emiliano: “L’ho conosciuto da magistrato, eravamo magistrati insieme, quando l’ho conosciuto era un centravanti di sfondamento, adesso invece si è messo a fare il mediano, capisci a me. La sua è stata una scelta di opportunità,  ora mia ha creato un problema in più, ora chi devo votare? Io Emiliano sul piano personale lo voterei, poi bisogna vedere con chi si sposa…Di Emiliano tutto si può dire meno che sia uno stupido – ha detto Di Pietro prima di svelare dei retroscena su mani pulite e il partito comunista – per lui è un momento delicato, devo ancora capire se il suo è stato un atto di opportunità o di opportunismo. Senza di lui comunque la minoranza dem che se ne è andata si è sgonfiata. Lui rappresenta un personaggio importante, un’innovazione”.

Su D’Alema, prima di svelare dei retroscena su mani pulite e il partito comunista, Antonio Di Pietro ha dichiarato: “Lui conosce bene la politica, sa la politica come io so come coltivare un campo di grano. Ma nella vita arriva un momento in cui bisogna pensare a mettersi da parte, e il discorso vale anche per Berlusconi. Dovrebbe godersi quel poco o tanto che gli rimane in serenità. Hanno lasciato pure Garibaldi e Craxi, possono lasciare anche Berlusconi e D’Alema”.

Su Renzi in California: “E’ andato in vacanza, a farsi un po’ di riposo meritato, ma dove volete che sia andato? E’ andato a farsi una passeggiata con la moglie, ci sta, ma dare una valenza politica a quella che è una scampagnata mi pare un po’ esagerato”.

Su Mani Pulite, Di Pietro smentisce chi dice che non si sia voluta fare chiarezza sul Partito Comunista Italiano: “Tangentopoli si fermò davanti al Partito Comunista? Chiacchiere di chi non ci vuole stare. A parte che tangentopoli c’è ancora oggi, non si è mai fermata. E’ l’inchiesta di mani pulite che si è fermata, e il perché lo spiega il Copasir, che dice che mani pulite è stata fermata da una operazione di delegittimazione portata avanti da sezioni deviate dei servizi segreti su ordine di altissime cariche dello Stato. Noi siamo arrivati fino ai segretari amministrativi di tutti i partiti e in alcuni casi anche ai segretari politici. Craxi non è che è stato condannato perché poteva non sapere, è stato condannato perché ha confessato e poi perchè gli abbiamo trovato dei conti in Svizzera che facevano capo a un suo amico d’infanzia che nulla aveva a che vedere col partito. Per quanto riguarda il Partito Comunista siamo arrivati a entrambi i segretari amministrativi che si erano succeduti nel tempo, Pollini e Stefanini. Poi uno è morto e l’altro è stato condannato. Craxi non è stato condannato perché non poteva non sapere, Craxi è stato condannato perché ha confessato”.

Ancora su Mani Pulite: “Due pentiti di mafia hanno detto che io dovevo essere fatto fuori. Ma mi è andata bene, mi hanno solo delegittimato. E’ una lunga storia, questa…”.


Sulla Pedemontana:
“Si deve fare, è un’opera partita col piede sbagliato ma stiamo cercando di aggiustarla. Io do disposizione di spendere un euro solo quando ce l’ho in tasca, non intendo indebitare nessuno. Io comunque in questa carica non posso restare, tra marzo e aprile penso di lasciare, sono obbligato dalla legge a farlo”.