Claudio Ranieri non è più l’allenatore del Leicester. Nonostante la grande, planetaria impresa della scorsa stagione il club campione d’Inghilterra in carica ha deciso di sollevarlo dall’incarico di prima guida tecnica delle “Foxes”. Strano, per un calcio inglese di solito razionale, soprattutto nel rapporto tra i club e i suoi manager, come vengono definiti i timonieri delle prime squadre della Serie A britannica. La società ha sbagliato i tempi e i modi perché di razionale, in realtà, non c’è nulla o c’è qualche sparuta traccia. Vero che nel torneo più antico del mondo la classifica fa piangere e il rischio di essere risucchiati e quindi di retrocedere sussiste, a oggi. Il Leicester, alla vigilia del delicato incontro interno con il Liverpool, ha infatti solo un punto di vantaggio sulla zona rossa della graduatoria, dopo la sconfitta in Galles con lo Swansea. Tra l’altro i blues freschi vincitori della Premier vengono da cinque sconfitte consecutive nell’ultimo mese, il che non fa stare sereni nemmeno i loro più strenui sostenitori.
Nonostante tutto i tempi sono platealmente sbagliati – Dopo il 2-1 subìto in casa del Siviglia nell’ottavo di andata di Coppa dei Campioni, francamente sembra assurdo, come provvedimento sommario. Anche perché sarebbe bastato un golletto senza prenderne, in gara-2, per proseguire il sogno continentale al primo tentativo, e trovarsi tra le prime otto d’Europa, esattamente come sta per fare la Juventus, dopo l’ottimo 2-0 esterno ad Oporto. Tutto questo, però, va condito dal fatto che la prestazione in casa del Siviglia è stata molto al di sotto delle aspettative dei più calorosi fans del Leicester; la fortuna e la bravura di Schmichael e dei difensori hanno evitato un pericoloso divario, al triplice fischio finale.
Ovvio che di prove dirette non ce ne siano, ma l’ipotesi più vicina a un nesso semi-logico sembrerebbe la rottura della “comunicativa”, del feeling, insomma, tra l’allenatore che ha fatto le fortune di Cagliari e Valencia, e che a Roma non è stato così coccolato come altri suoi colleghi, e lo spogliatoio.
Questa volta la città di Leicester e il suo hinterland sono spaccati profondamente, da una decisione forse presa per tentare di salvare l’avventura europea; o, più semplicemente, per una eventuale fronda del gruppo gestito dall’allenatore di San Saba (a Roma).
(Fonte della foto: Gazzetta dello Sport)