E’ diventato virale sul web il discorso tenuto da Marco Rondina, rappresentante degli studenti del Politecnico di Torino, in occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico 2016-2017. Rodina è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Ho scelto Cusano”, condotta da Gianluca Fabi e Livia Ventimiglia su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano.
Marco Rondinara ha spiegato la sua soddisfazione in merito al suo discorso che ha fatto il giro del web, discorso che ha toccato un argomento che spesso viene tralasciato e dato per scontato, quello relativo alla questione universitaria: “Sono rimasto sorpreso dalla viralità che il video ha avuto –ha affermato Rondina-. Mi ha fatto piacere comunque che questa diffusione abbia acceso i riflettori su temi che dovrebbero essere scontati, ma che invece non lo sono per nulla. Ho ricevuto i complimenti del Ministro Calenda, che però ha cercato di smarcarsi, mi ha detto che la pensa in maniera totalmente opposta su tutto quello che ho detto”.
Ha parlato, inoltre, di una grande miopia relativa al disinvestimento al livello universitario e alla disattenzine nei confronti della situazione italiana: “I recenti governi hanno mostrato indifferenza nei confronti del sistema universitario italiano –ha aggiunto Rondina-. I numeri parlano chiaro, siamo l’ultimo Paese europeo per numero di laureati e siamo tra i Paesi che hanno le tasse universitarie più alte. La miopia c’è su più livelli: c’è una miopia che riguarda più la questione politica, negli ultimi anni con la spending review si è dato un colpo mortale all’Università. Non si è avuta la lungimiranza di capire quali sono gli effetti negativi di un profondo disinvestimento nei confronti dell’Università. Il problema è che tante volte sia negli organi di governo degli atenei sia a livello politico ho l’impressione che ci sia una forte disattenzione nei confronti della realtà del Paese e questo l’Università e in generale la società non se lo possono permettere”.
Siamo ormai rassegnati ad una realtà distorta che vede giovani laureati a pieni voti sottopagati e con contratti di sei mesi: “C’è grande rassegnazione –ha spiegato Rondina-. Ormai ci si è quasi abituati al fatto che debba essere questa la normalità. Si considera normale che uno che si è laureato con il massimo dei voti entri nel mondo del lavoro con contratti di sei mesi in sei mesi, sottopagati. Si è ritenuto normale che la flessibilità fosse un valore aggiunto, quando invece tutti i danni causati dall’instabilità nella vita delle persone sono sotto gli occhi di tutti”.