Mani pulite, 25 anni dopo. L’ex magistrato Gherardo Colombo è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Ho scelto Cusano” condotta da Gianluca Fabi e Livia Ventimiglia su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano.

Era estattamente il 17 febbraio 1992, quando Mario Chiesa fu fermato con una mazzetta di ben 7 milioni di lire in tasca. A guidare l’ndagine fu il giovane PM molisano, Antonio Di Pietro, aprendo le danze ad un ciclone giudiziario, che prese il nome di Tangentopoli. “Credo sia molto importante ricordare che, nonostante un impegno durato 13 anni, la corruzione non è diminuita in questo Paese –ha affermato Colombo-. Forse la corruzione oggi è meno organizzata di un tempo, perché in quel periodo esisteva proprio un sistema di corruzione legato al finanziamento illecito dei partiti politici. Oggi la corruzione è sempre agli stessi livelli di diffusione, ma è un pochino più anarchica, meno sistematica. Mani pulite è la prova scientifica che una trasgressività così diffusa e capillare come era la corruzione in Italia nel ’92, non può essere marginalizzata attraverso un’indagine penale. Ci vuole altro… Ci vuole l’educazione. Anche l’intervento legislativo c’è soltanto se il pensiero collettivo della cittadinanza considera la corruzione un male. Familismo amorale? Per me il problema è la maturità. La tendenza generale è quella di osservare regole che non ci sono più, cioè quelle della società messa in gerarchia, piramidale, nella quale chi sta in alto può e chi sta in basso deve. Mi pare che il nostro principio informatore, quello reale, effettivo, sostanziale, invece che essere il riconoscimento della dignità pari e universale delle persone sia il principio della discriminazione, che sono in contraddizione con quelle della nostra Costituzione”.