Si discute molto sul cosiddetto “Decreto Ammazza Telematiche”. Condivide la sua esperienza anche Stefano Bandecchi, Presidente della Società di Scienze Umane fondatrice dell’Università degli Studi Niccolò Cusano. Ospite della trasmissione “Ho Scelto Cusano” di Gianluca Fabi e Livia Ventimiglia, ha acceso i riflettori su alcuni passaggi interessanti della questione spesso ignorati o sottovalutati dai più. Ecco cos’ha detto Stefano Bandecchi ai microfoni di Radio Cusano Campus.
Quali conseguenze può creare il cosiddetto “Decreto Ammazza Telematiche”? Quali contenuti veicola realmente? Cosa c’è di buono? Molti sono i quesiti sul tema. Ha risposto a Radio Cusano, esponendo le sue idee, Stefano Bandecchi, Presidente della Società di Scienze Umane fondatrice dell’Università degli Studi Niccolò Cusano. Ecco i passaggi chiave del suo intervento:
Alcuni chiarimenti sull’essenza di questo decreto: “Innanzitutto diciamo che a chiedere il deferimento temporale del decreto non sono state le università ma la CRUI, Conferenza dei Rettori delle Universita italiane. Bisogna poi smettere di parlare di università telematiche. In italia esistono le UNIVERSITA’ e basta che possono, poi, mettere in moto dei corsi di laurea telematici o in presenza o, come dico io, da cameretta cioè per tutte quelle persone che non vanno mai all’università e che studiano nella loro cameretta coi loro libri. Ricordo poi che nel mondo le università sono gestite da manager. L’espressione “più docenti più qualità non vuol dire nulla”. In Italia non c’è obbligo di frequenza per facoltà come Economia, Giurisprudenza, e se gli studenti non vanno in aula per l’obbligo di frequenza, che ce l’abbiamo a fare 1.000 professori?”
Qualche numero: “I ragazzi che si iscrivono e non frequentano sono più del 65%. Solo il 35% è presente. Per cui cosa cambia a chi resta a casa?”.
Sullo stato degli studenti in Italia: “Bisogna fare le cose nel modo giusto. Nel mondo non ci sono mai stati tanti studenti che vanno all’università. In Inghilterra ci sono tanti studenti stranieri, come in Francia e Germania, in Italia invece non ne vengono dall’estero perché siamo complicati e articolati”.
Un paragone suggestivo col passato: “La trasmissione televisiva ‘Non è mai troppo tardi’ del maestro Alberto Manzi fu il primo esempio di insegnamento ‘telematico’ di grande successo. In Italia nessuno ha fatto meglio di lui, seguito da 21 milioni di adulti italiani. Ne è bastato uno di Manzi, che ha dato qualità. Per questo qualità e quantità non possono essere abbinate allo stesso modo a corsi con obbligo di frequenza e a corsi di laurea telematici. Sono cose completamente diverse”. Il maestro Manzi ha dimostrato la faziosità del decreto. Il sistema di erogazione del corso telematico, se tenuto bene, è la cosa più bella che esiste al mondo“.