Matteo Bressan del Nato Defense College Foundation, docente del Master in Analista del Medio Oriente all’Università Niccolò Cusano, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Il mondo è piccolo” su Radio Cusano Campus.

Riguardo la battaglia per la riconquista di Mosul, roccaforte dell’Isis in Iraq, iniziata lo scorso 16 ottobre. “La parte ovest di Mosul è ancora nelle mani dell’Isis -ha spiegato Bressan-. Lo Stato Islamico è sotto assedio, ma ancora in grado di infliggere danni alla coalizione che sta cercando di prendere il controllo della città. Le preoccupazioni che hanno le componenti sunnite sono legate ad un possibile ingresso delle milizie sciite che sono viste con maggiore preoccupazione rispetto allo Stato Islamico. Le resistenze che oggi si trovano nella parte ovest di Mosul possono essere spiegate anche in virtù del fatto che molti ex componenti del Baath, sia civili che militari, vivano in quell’area. Molti di loro sono combattenti esperti e tradizionalmente Mosul è stata la città dalla quale sono provenuti diversi leader della storia irachena”.

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Sul fronte siriano invece, a breve riprenderanno i negoziati di pace ad Astana. “Bisogna capire se il nuovo vertice ad Astana riuscirà a rafforzare questa tregua -ha affermato Bressan-. Poi bisognerà capire se altri attori, come la Giordania, saranno in grado di completare un tavolo che al momento è mancante di tutti quei Paesi che erano stati i difensori dell’opposizione anti-Assad. La domanda che io pongo è: sostanzialmente i vertici di Astana bruciano le tappe di quello che dovrebbe essere il lavoro dell’Onu a Ginevra e quindi obbligano di fatto l’Onu ad adeguarsi alle decisioni prese da Russia, Turchia e Iran?”.

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