Ci sarà tempo per adeguarsi fino all’anno accademico 2019/2020: la scelta di “buon senso” della Ministra Valeria Fedeli congela e, di fatto, differisce di circa 3 anni le nuove regole contenute nel decreto licenziato lo scorso 12 dicembre dall’uscente Stefania Giannini, regole che andranno a modificare nella sostanza alcuni parametri relativi al reclutamento dei docenti universitari, con ripercussioni rilevanti soprattutto per quegli atenei il cui sistema di erogazione della didattica passa per una piattaforma e-learning. Al centro del dibattito il rapporto numerico docente/studenti, fortemente sbilanciato e poco aderente con la premessa che lo genera: l’innalzamento della qualità della didattica stessa. Dunque, avere un numero maggiore di professori tra ordinari e associati può garantire un livello superiore della didattica? Abbiamo posto il quesito al prof. Pier Giuseppe Rossi, docente ordinario di didattica generale all’Università Statale di Macerata e presidente della Società Italiana di ricerca sull’Educazione Mediale.
Prof. Rossi, c’è qualcosa che non va in questo decreto e se sì cosa?
“Intanto c’è da apprendere con favore la notizia del suo momentaneo stop e si può pensare che, ottimisticamente, ci saranno 3 anni per ragionarci sopra, modificarlo e miglioralo. Voglio sottolineare che il decreto di cui parliamo non nasce espressamente per le università telematiche ma riguarda l’intero sistema e, se ci concentrassimo sulla premessa dalla quale scaturisce, la volontà di innalzare il livello della didattica negli atenei italiani, non si può che essere d’accordo. Il problema sorge nel momento in cui non si fa differenza tra atenei non telematici e atenei telematici. Nei primi può sussistere un rapporto docente/studenti, in quelli telematici per innalzare il livello della qualità della didattica vanno preparati materiali qualitativamente migliori e questo c’entra poco col numero di docenti che è incaricato di produrli. La didattica e-learning è per sua natura erogativa e interattiva: i docenti chiamati a produrre didattica erogativa devono essere esperti di strumenti telematici tanto da renderli interattivi”.
Quindi non vale l’assunto più professori più qualità?
“I professori ci devono essere ma devono essere bravi nel preparare materiali che verranno fruiti a distanza e non possono essere messi in rapporto col numero di studenti. Se il materiale è qualitativamente soddisfacente lo è per 10, 100 o 1000 studenti. Di contro, rispetto a ciò che viene scritto nel decreto, deve essere maggiore il numero dei tutor, figure che risultano centrali nel percorso accademico di ogni studente telematico”.
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