Il Pd è molto diviso al suo interno. Ci scherza su Ettore Rosato, Capogruppo Pd alla Camera, dicendo “Conoscete un partito coi nostri problemi?”. Poi, ospite ai microfoni della trasmissione “Ho scelto Cusano”, condotta da Gianluca Fabi e Livia Ventimiglia, analizza la situazione del suo partito. Ecco cos’ha detto il politico su Radio Cusano Campus, emittente dell’università Niccolò Cusano.

Il Pd e le suwe correnti. La cronica avversione ad un leader. L’infinita presenza di D’Alema. Analizza molti tempi Ettore Rosato, Capogruppo Pd alla Camera. Ecco i passaggi chiave della diretta su Radio Cusano Campus:

Sulle liti nel Pd: “Quando i nostri padri costituenti hanno scritto la Costituzione prevedevano che i partiti fossero lo strumento per dare gambe alle democrazie. O il partito è di proprietà di qualcuno, oppure è come il nostro, dove ci sono tesi e posizioni diverse. E da noi queste posizioni diverse sono anche enfatizzate dai media. Ci sono però 99 cose su 100 che ci uniscono, forse 95. Noi abbiamo fatto un sacco di riforme in questi mille giorni di governo Renzi che sono passate in sordina. Oggi i dati sul contrasto all’evasione fiscale mostrano dei risultati mai raggiunti prima. Poi ci sono divergenze che derivano anche dalla natura delle persone. C’è  chi pensa di voler far politica per tutta la vita che continua ad intervenire nel dibattito. D’Alema è una personalità politica forte che ritiene di continuare ad essere presente nel dibattito interno al partito. Però bisogna smetterla di bruciare i leader, che nella sinistra italiana continua ad essere una pratica sempre molto diffusa. A rottamare i leader ci hanno pensato molto prima che arrivasse Renzi, lo hanno fatto anche con Prodi. I primi rottamatori sono stati loro”.

Sui risultati del governo Renzi. “Abbiamo discusso per molti anni se dovevamo entrare o meno nel partito socialista in Europa, Renzi ha vinto il congresso e dopo 10 giorni ci siamo iscritti al partito socialista europeo. Bersani dice che questo dinamismo ci ha fatto dimenticare i lavoratori? Non è così, non abbiamo mai dimenticato nessuno. Le cose che abbiamo fatto per la povertà, per i redditi medio bassi abbiamo messo un sacco di risorse, cose che non erano mai state fatte. Abbiamo finalmente messo in campo gli strumenti per combattere la povertà, chi pensa che la politica sia fatta di promesse e risultati magici si è confrontato poco con il governo. Abbiamo fatto cose che il pd non riusciva neanche a ragionarci sopra come il jobs act. La legge sulle unioni civili sono state approvate, quando prima non si riusciva a trovare neanche una sintesi al nostro interno”. 

Sul congresso del Pd: “Adesso ci misureremo, troveremo le modalità per confrontarci al Congresso come abbiamo sempre fatto.  La classe dirigente bisogna formarla con uno spirito di solidarietà anche all’interno di un partito. Prima dimissioni di Renzi e poi Congresso? Vedremo, non roviniamoci la suspense”. 

Sulle elezioni. “Per il Pd, che oggi è al governo, la data ideale per le prossime elezioni sarebbe il 2024 ma noi non abbiamo in testa questo, abbiamo in testa l’interesse del Paese. Non è possibile andare incontro ad anno intero di campagna elettorale. Per questo diciamo: riusciamo a trovare una composizione tra le forze politiche per far sì che questo non sia un anno di campagna elettorale. Se riusciamo a fare questo e a fare il prima possibile la legge elettorale ok. Altrimenti è meglio che si tirino le conclusioni e si dia agli italiani il compito di scegliere il governo che farà la prossima legge di bilancio. Noi siamo al governo, perché dovremmo avere fretta di fare le elezioni? Noi siamo preoccupati perché un anno di campagna elettorale non è utile al nostro Paese. Parole di D’Alema sullo spread? Lo spread aumenta nell’incertezza, io non sono uno che usa lo spread per fini politici. Io penso che un anno di campagna elettorale sia il terreno più fertile per gli speculatori”.

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