Purtroppo è ciclica l’ondata di violenza che scuote l’Italia. Qualche mese di calma e poi un nuovo delitto efferato. Ha molto colpito l’omicidio Varano, per la sua violenza, e perché c’è ancora molto da scavare nel torbido. Cerca di fare luce, dal suo punto di vista, l’avvocato Savino Guglielmi, legale di Marta Gaia Sebastiani, fidanzata di Luca Varani, che è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Legge o Giustizia” del nostro Matteo Torrioli. Ecco i passaggi chiave della sua intervista su Radio Cusano Campus.
Il processo a Manuel Foffo e Marco Prato, i due accusati di aver massacrato ed ucciso il giovane romano a marzo del 2016, è imminente. Ne parla l’avvocato Savino Guglielmi, legale di Marta Gaia Sebastiani, fidanzata di Luca Varani. Ecco cos’ha detto a Radio Cusano Campus:
Su chi è la sua assistita: “Rappresento Marta Gaia Sebastiani, storica fidanzata di Luca Varani. L’esercizio dell’azione civile in sede penale è volta ad ottenere, previa declaratoria della responsabilità penale degli imputati, il ristoro dei danni. Nel caso specifico la mia assistita si è costituita iure proprio, per avere il risarcimento del danno morale. Da molto tempo stiamo studiando questo fascicolo. Ne abbiamo avuto la materiale disponibilità solo dopo che ci siamo costituiti parte civile. È stato un periodo faticoso sotto questo aspetto”.
Sul fatto che la fidanzata di Varani poteva rimanere esclusa dal processo: “Vorrei evidenziare che non era così scontata la possibilità di entrare in questo processo. Luca Varani e Marta Gaia non hanno mai coabitato. Hanno avuto una relazione stabile e duratura nel tempo. Stavano insieme da quando avevano 14 anni ma non hanno mai coabitato. Questa stabilità del rapporto e il forte legame tra la vittima e la mia assistita si desume chiaramente dagli atti processuali. Abbiamo fatto riferimento ad una sentenza importante del 2014 della Suprema Corte di Cassazione che, in un caso analogo, ha riconosciuto la possibilità di costituirsi parte civile”.
Su cosa pensa delle famiglie di Prato e Foffo che si sono subito rivolte ai media, già poco dopo il delitto: “In alcuni casi le loro scelte non hanno prodotto effetti positivi, tanto che sono stati oggetti di requisitoria da parte del PM che ha censurato queste condotte”.
Sul fatto che la Procura vede un ruolo paritario tra i due autori del delitto: “La mia idea è precisa ma la tengo per me. Nel proseguo del giudizio usciranno aspetti interessanti su dinamica, svolgimento e le varie responsabilità processuali. Vorrei portare grande rispetto alla vittime ed ai familiari. Questa è una vicenda incredibilmente atroce. La mia assistita si trova in una situazione non semplice. Non solo è stato ucciso un ragazzo di 23 anni, il suo fidanzato storico e col quale aveva un rapporto meraviglioso. Questo ragazzo è stato anche torturato, massacrato per ore. Vi è una sofferenza aggiunta da parte della mia assistita rispetto a ciò che ha dovuto e potuto conoscere”.