Un fatto così forte come il caso di Vasto non poteva non scatenare una discussione nazionale. Ne parlano in molti (esperti e no) e ovviamente la politica non ne resta fuori. Appartiene a questa categoria l’intervento di ieri del Segretario Nazionale dell’Italia dei Valori Ignazio Messina che ha parlato ai microfoni della trasmissione “Legge o Giustizia” del nostro Matteo Torrioli per denunciare l’inerzia del Parlamento nei discutere la proposta di legge di iniziativa popolare sulla legittima difesa. Ecco cos’ha detto il politico in diretta sull’emittente dell’ateneo Radio Cusano Campus.

Il Segretario Nazionale dell’Italia dei Valori Ignazio Messina non è molto concorde con l’operato della Lega circa le proposte sull’autodifesa. Ecco cos’ha detto nei passaggi chiave su Radio Cusano Campus:

Sul modus operandi della Lega: “La Lega Nord aveva detto ai loro di non firmare la nostra proposta. Noi non vogliamo mettere un cappello su qualcosa ma garantire la sicurezza dei cittadini. La Lega Nord si accontenta di presentare la legge, noi no. Noi non facciamo certe cose solo per ottenere un’intervista e dire “siamo i paladini della legittima difesa”. Noi vogliamo costringere il Parlamento e discuterne”. 

Sulla partecipazione della gente: “Hanno firmato oltre due milioni di cittadini, un numero mai registrato nella storia della Repubblica. Non si tratta di click su un computer ma di persone che sono uscite di casa, sono andate in Comune e si sono fatte autenticare la loro firma per sostenere la nostra proposta”.

Sul fatto che nel disegno si preveda un aumento delle pene per coloro che violano il domicilio altrui per rubare e che all’interno della propria abitazione e della propria attività lavorativa la difesa è sempre legittima: “Questo per evitare un caso come il tabaccaio di Padova che ha dovuto risarcire oltre 200mila euro a chi era andato a rubare nella sua attività”.

Alcune precisazioni:  “La nostra proposta di legge non prevede la facilitazione all’acquisto di armi. A Vasto una persona ha usato la propria arma, detenuta legalmente, in maniera impropria a causa, evidentemente, di un disagio. L’Italia non è come gli Stati Uniti dove puoi comprare un mitragliatore e tornare a casa contento”.

Sulla fretta di agire: “Queste firme sono in un cassetto della commissione Giustizia del Senato. È molto rischioso tutto ciò. Finita la legislatura i disegni di legge di iniziativa popolare decadono. La proposta passerebbe da un cassetto al cestino. Per questo faremo un atto di protesta forte in Senato. Non a caso, sostenevamo la riforma costituzionale perché prevedeva l’obbligo per il Parlamento di esaminare le proposte di iniziativa popolare”.