Non c’è pace nel centrosinistra italiano. Si discute e ci si divide come sempre. L’opinione di oggi la esprime l’onorevole Francesco Boccia, Presidente della commissione Bilancio alla Camera ed esponente del Pd, che è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Ho scelto Cusano”, condotta da Gianluca Fabi e Livia Ventimiglia. Ecco i passaggi chiave della diretta su Radio Cusano Campus.

Cosa deve fare il Pd? Tutti credono di avere la ricetta giusta ed è logico che sia così. Quella dell’onorevole Francesco Boccia è la seguente:

Sulla necessità di un congresso PD: “Il Congresso serve sempre . In questo momento il Paese viene prima di tutto. Ci sono alcune emergenze che il Presidente Gentiloni sta affrontando. Mentre Gentiloni fa questo, penso che il Pd debba fare un Congresso. Congresso significa anche primarie. Lo dico anche ad Orfini che è stato folgorato sulla via di Damasco, o forse del Nazareno, e si affanna a dire che bisogna fare le primarie, le regole del Congresso le prevedono. Chiedo a Renzi di fare un atto di umiltà, aprendo il Congresso e dicendo: si sostiene a spada tratta Gentiloni, si fa la legge elettorale e in autunno si va a votare. Primarie senza Renzi? Non ci credo. I nostri militanti devono confrontarsi su tesi alternative di che cos’è la sinistra. Se facessimo una gazebata in un weekend primaverile, magari a Pasquetta, e ci si inventano 3-4 candidati premier prenderemmo in giro noi stessi e gli italiani, dato che con questa legge elettorale non vincerebbe nessuno considerando che il Paese è diviso in tre blocchi. Renzi rischia di frammentare anche il centrosinistra. Ulivo? Deve arrivare una sinistra moderna e l’Ulivo era una sinistra moderna. Il lavoro principale del Pd dovrebbe essere quello di occuparsi degli ultimi, delle iniquità. La sinistra europea è quella che non deve aver paura dei muri, dei fili spinati, ma neanche delle regole. Però le regole non devono essere imposte solo ai deboli e mai ai forti. Il Pd ha strizzato l’occhio ad alcuni poteri, alle esigenze di alcuni mondi, dimenticandosi delle periferie”.

Riguardo le correzioni sui conti chieste all’Italia da Bruxelles: “La Commissione, secondo me in maniera inopportuna, ci chiede una piccola correzione dei conti, stiamo parlando dello 0,2%. E’ abbastanza inopportuna perché stiamo parlando di una Commissione che ha come leader Juncker, che è stato per anni il primo ministro di uno Stato paradiso fiscale come il Lussemburgo. Juncker è un politico scelto dalla politica, non è un tecnocrate. Juncker è figlio di una politica superata, non ha le radici migliori per capire il mondo dentro il quale stiamo entrando. L’Europa è ibernata in attesa delle elezioni in Francia e Germania, perché è un’Europa a trazione franco tedesca. Non si prendono decisioni politiche, ma si guardano le correzioni dei decimali. Qua c’è stato forse il primo errore di Renzi, che aveva la possibilità di rottamare la nomenclatura politica a livello europeo. Poteva seguire il treno di Cameron che non voleva Juncker, magari oggi avremo come capo della Commissione europea un giovane leader capace di far saltare gli schemi con la Germania. Poi si dà la colpa ad una presunta Europa di tecnocrati che c’è, ma che è figlia di scelte politiche sbagliate”.

Sul suo inascoltato appello circa il surplus commerciale della Germania: “Il surplus commerciale della Germania è fuori dalle regole. Io l’ho sempre detto e non mi hanno ascoltato, ora lo dice Renzi e sono contento che abbia cambiato idea. L’Italia dovrebbe porre il veto su tutto in Europa fin quando non si faranno pagare le imposte dirette a tutte le multinazionali. Siamo al confine delle cosiddette bitcoin. Quando ci sarà la moneta virtuale salterà anche la sovranità degli Stati. La politica nobile è quella che anticipa i cambiamenti, non quella che di fronte ai cambiamenti si nasconde”.

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