E’ stata accolta con “atti di giubilo” la notizia relativa al disegno di legge sul cyberbullismo, la rete ieri sera pareva esplodere di gioia, per aver rimesso al centro del dibattito politico, sociale e culturale dell’Italia il cyberbullismo e tutte le difficoltà che ne derivano. Molti danni irreparabili sono già stati compiuti, per leggerezza, impreparazione, o cattiveria. Ora pare arrivato il momento di restituire alla scuola e al mondo genitoriale quelle figure che servono a fare ordine, e diffondere consapevolezza. “Ci sarà un referente sul cyberbullismo in ogni scuola”, ha detto Elena Ferrante, durante l’intervista rilasciata a #genitorisidiventa su Radio Cusano Campus. Il disegno di legge prevede “un grande piano di prevenzione”, aggiunge specificando quali sono gli elementi salienti del ddl.

“Siamo stati gli incubatori di questa norma passata all’unanimità già nel 2015. Sappiamo che il lavoro dev’essere fatto con le famiglie perché questa attività così precoce non va di pari passo con quella che deve essere una maturazione critica, anche nelle relazioni che i poco più che bambini intrattengono sul web senza consapevolezza. Accanto c’è questo tavolo ministeriale che coinvolge soggetti che possono avere a che fare con questo fenomeno e rafforzare reti territoriali che ad oggi non sono messe a sistema. Questi ragazzi vanno formati, informati e magari anche curati e con loro bisogna fare un lavoro di utilizzo consapevole del web. […] La vittima ha la priorità, dev’essere aiutata, sostenuta, e lì c’è una misura importante. Il minore può rivolgere la richiesta di occultamento, blocco, di un contenuto che ritiene lesivo della sua dignità. In caso di inerzia interviene il Garante della Privacy. Il bullo a volte non si rende conto dell’errore, quando possibile verranno tenuti fuori dal penale. Il questore metterà in atto azioni riparatorie con la scuola”, ha sottolineato la senatrice PD.

Ottime premesse e promesse, ora attendiamo – entusiasti – i fatti.

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