Non sbaglia un colpo Sabrina Impacciatore. Dal cinema al teatro, passando per la tv con disinvoltura. Brava, simpatica, sempre sorridente. “Venere in pelliccia” di cui è protagonista, insieme con Valetr Malosti, è un grande successo, ogni sera registra il tutto esaurito. Ora è a Roma, al teatro Ambra Jovinelli, in scena fino al 5 febbraio. A “Il mattino ha la cultura in bocca”, condotto da Emanuela Valente, Sabrina Impacciatore racconta il suo personaggio Wanda, una donna vendicatrice, seducente, conturbante, sexy, la storia dello spettacolo dalle mille sfaccettature, portata sul grande schermo da Roman Polanski. Si guarda indietro, poi, e ripercorre la sua carriera che comincia con “Non è la Rai”, scoperta da Gianni Boncompagni.

E’ vero che voleva fare l’attrice fin da bambina? 
Ricordo ancora il momento, avevo 8 anni. Ho sentito proprio la chiamata. Ero vestita da Madonna, avevo in testa il velo nella recita di Natale della scuola. Ho chiaro quell’istante in cui ho capito che volevo fare questo nella vita. Crescendo pensavo di non farcela, venivo da una famiglia piccolo borghese della periferia romana, senza nessun appoggio, nessun contatto con il mondo del cinema. E poi ero insicura, piena di complessi, ma non ho mai rinunciato al sogno di recitare. A 16 anni ho iniziato a studiare.

Cos’è recitare per lei? Cosa significa?
Vuol dire congelare quel momento in cui avevo 8 anni. Per me recitare significa giocare e questo diventa una droga potentissima. Il gioco ti dissocia dalla realtà, ti consente di entrare in una bolla di fantasia dove tutto è possibile. E’ un modo per difenderti e continuare ad essere bambina.

E’ a teatro con “Venere in pelliccia”, un trionfo in tutta Italia. Ci racconta Wanda, il suo personaggio?
Wanda è talmente strepitosa che mi mancherà tantissimo. E’ una specie di amica meravigliosa che può permettersi di tutto, lei è illimitata. Agisce con tutte le arti femminili, tocca ogni corda possibile, da quella più becera a quella della seduzione spicciola, all’invadenza. E’ gretta, volgare, inopportuna, ignorante ma piano piano tesse la sua tela, invisibile e inesorabile, che la condurrà ad avere il potere sul regista, l’altro protagonista dello spettacolo, davanti al quale si presenta per avere una parte. Amo questo personaggio.

Ascolta l’intervista https://www.tag24.it/wp-content/uploads/2017/02/TEATRO-SABRINA-IMPACCIATORE.mp3