Sanremo 2017 è alle porte, la polemica sullo stipendio di Carlo Conti impazza. Su questo ha detto la sua anche Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera, che intervenendo su  Radio Cusano Campus nel corso del format ECG a proposito di Sanremo 2017 e dello stipendio di Carlo Conti ha dichiarato: “La Rai aveva ed ha il dovere della trasparenza, tanto per quanto riguarda i dipendenti che per quanto riguarda il mercato delle star, cioè dei collaboratori, dei presentatori, e altro. Né mi si dica che tanto c’è la pubblicità: vai a fare la trasmissione alle 6 di mattina e vediamo quanta pubblicità vendi”.

RENATO BRUNETTA SU SANREMO 2017 E LO STIPENDIO DI CARLO CONTI – AUDIO INTERVISTA

Renato Brunetta sulla polemica a proposito dello stipendio di Carlo Conti in vista di Sanremo 2017 “Non la penso esattamente come Fiorello, sui massimi sistemi ha ragione, io su questo punto di vista sono calvinista e protestante, se uno ha successo vuol dire che è ben voluto da Dio, viva il successo quindi, ma non bisogna dimenticare che la Rai è un ente pubblico, che ci sono delle leggi sulla trasparenza, non dimentichiamo che il Paese sta vivendo una fase molto prolungata di crisi economica e che quindi gli italiani vorrebbero sapere esattamente gli emolumenti della Rai a tutti i propri dipendenti e a tutti i propri collaboratori, ivi compreso Carlo Conti. Io ne ho sempre fatto una battaglia, anche quando ero Ministro. La Rai aveva ed ha il dovere della trasparenza, tanto per quanto riguarda i dipendenti che per quanto riguarda il mercato delle star, cioè dei collaboratori, dei presentatori, e altro. Né mi si dica che tanto c’è la pubblicità: vai a fare la trasmissione alle 6 di mattina e vediamo quanta pubblicità vendi. Certo che Sanremo fa ascolti e fa entrate, ma il dipendente di un supermercato non viene pagato in ragione degli incassi che fa nell’ora di punta, viene pagato mediamente rispetto alla sua produttività e i supermercati hanno gli incassi delle ore di punta e gli incassi delle ore di magra. La pubblicità e i picchi di pubblicità servono per pagare il servizio pubblico, perché se ognuno dovesse essere pagato in funzione della pubblicità ci sarebbero quelli paganti tantissimo e quelli pagati quasi niente. Parlo del servizio pubblico, per una televisione privata il discorso è diverso. La Rai è un servizio pubblico che ha il canone in bolletta, per questo ha degli obblighi in più nei confronti degli italiani. Mi ripugna sapere che ci sono dei giornalisti in Rai che guadagnano pochissimo e ce ne sono altri che guadagnano tre o quattro volte tanto. Mi ripugna lo stipendio di Fazio e non è accettabile la giustificazione che lui fa audience, questa non è la chiave. Voglio la trasparenza, sapere come sono pagati tutti i dipendenti della Rai, sapere quanto sono pagate le star perché la gente lo deve sapere e poi ricordiamo che ci sono anche dei tetti per tutti i dipendenti, tetti a 240.000 euro, a partire da Campo Dall’Orto e dalla Maggioni. Tetti che ancora non vengono rispettati. Serve trasparenza su questo e sui compensi delle star”.

 

Sulla situazione politica nazionale: “Sabato alla manifestazione della mia amica e sorella Giorgia Meloni ho preso qualche fischio, indirizzato non a me ma alla confusione che c’è stata a Roma con le elezioni in cui all’interno del centrodestra sono stati fatti degli errori, però io sono andato in piazza a dire che uniti si vince. Le piazze vanno prese accarezzandone il pelo ma anche facendo il contropelo, io in piazza ho detto tutto quello che pensavo, il centrodestra è plurale ed è sempre stato plurale, Berlusconi genialmente lo ha messo insieme e ha vinto. Da allora il centrodestra unito ha sempre vinto. Berlusconi rimane il federatore del centrodestra, ma con Salvini, la Meloni e tutte le forze che si collocano in quest’area perché non accettano il renzismo, il partito della nazione, le derive a sinistra, si vince. Noi dobbiamo intercettare il vento del centrodestra che spira nel mondo. Non siamo brexit, non siamo Trump,noi siamo l’Italia e l’Italia ha bisogno di risposte concrete e non di Bersani che corteggia i grillini, di Enrico Letta che poi cade, di Renzi con i suoi mille giorni, di Gentiloni o ancora di Renzi che vuol far cadere Gentiloni per tornare al potere. Basta, ci siamo stufati di questo Pd che in 4 anni ha fatto o sta facendo fuori 4 Presidenti del Consiglio”.