“Dimmi a chi sei figlio e ti dico a chi somigli” è un antico proverbio – barlettano, pare – che per taluni bambini può risultare un complimento, per altri un insulto bello e buono! E ce ne sarebbe un’infinità di altri da citare, mai troppo distanti dalla realtà. I papà, oggi, sono più presenti e attivi, rispetto a quelli di una volta, ma il carattere, e la personalità dei figli, sono il risultato del lavoro compiuto dalle mamme nel tempo. Gentili signore al di là del monitor non fate finta di niente, questo articolo è per voi, e nessun’altro. Maria Tinto, psicologa, esperta di dinamiche familiari, durante l’intervista rilasciata a #genitorisidiventa ha parlato de “I bambini non nascono cattivi”, dove cerca di dare indicazioni utili per una sana crescita affettiva dei figli.
“Il libro vuole porre l’accento su tutte quelle figure che sono a contatto con l’infanzia di poter rispettare i loro tempi, la loro emotività. Tanti bambini sono disfunzionali solo rispetto a quello che i genitori si aspettano, non viene rispettata l’infanzia. Attraverso il libro ho voluto tracciare una riflessione sul senso che ognuno di noi dà al proprio modo di essere figli. Siamo tutti figli, e questo è un aspetto che incide sul nostro modo di essere genitori. […] La traccia genitoriale rimane nel tempo, è un tatuaggio indelebile, che più cerchiamo di voler cancellare e più s’incastra nelle dinamiche relazionali con gli altri. Si può essere una buona madre seppure non si è avuta una buona madre. I genitori sono essere umani con molti limiti, quando si è accettato di avere dei genitori con i loro difetti, i loro pregi, solo allora si può camminare liberi e percorrere la strada in maniera autonoma. E’ quella traccia che ci caratterizza, anche se è stata una traccia disfunzionale. […] I genitori si contestano, si rifiutano, si giudicano, ma poi si accettano, e si può anche decidere di perdonarli.” L’occasione è stata ghiotta per Giusy, mamma eccellente, giudicata scadente dalle colleghe della rete. Più che premurosa, bacia il piccolo Francesco sulla bocca, e si è chiesta se sia giusto o no!? La risposta è affermativa, “Mammachebrava”.
Ascolta qui l’intervista integrale