E’ una storia surreale ma vera. In un paese dove si dice ci sia una casta di politici che non vuole lasciare la poltrona e privilegi, c’è chi è tenuto in ostaggio… in senato. La racconta il diretto interessato Senatore Giuseppe Vacciano, Gruppo Misto, che è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Ho scelto Cusano”, condotta da Gianluca Fabi e Livia Ventimiglia. Ecco il racconto assurdo del politico su Radio Cusano Campus, emittente dell’università Niccolò Cusano.

Il Senatore Giuseppe Vacciano ha chiesto per ben 4 volte di andarsene dal Senato ma per altrettante volte le sue dimissioni sono state negate. Come è possibile? Lo racconta a Radio Cusano Campus lui stesso. Ecco i passaggi chiave ai microfoni:

Sul Senato che ha respinto ancora le sue dimissioni: “Io non mi riconoscevo più nel M5S e quindi ho ritenuto di uscire dal Movimento. Visto che sono stato eletto sotto quel simbolo, io restituisco i miei voti al Movimento. Voglio dimettermi da parlamentare, però le dimissioni sono soggette a un voto d’aula e finora le quattro votazioni non sono andate a buon fine”.

Sulle ragioni di questa situazione: “Non ho capito sinceramente perché continuano a votare contro. Dicono che siccome le mie sono dimissioni originate da una motivazione politica, allora non possono essere accettate. Probabilmente abbiamo due visioni diverse del mandato parlamentare, per loro è una sorta di condanna all’ergastolo”.

Sui guadagni da Senatore: “Continuo a guadagnare quello che guadagnavo quando lavoravo in banca, visto che ho rinunciato a tutte le eccedenze. Io voglio abbandonare la politica e tornare a fare il mio lavoro in banca. L’unico altro modo per uscire è aspettare che finisca la legislatura”.

Sul comportamento del M5S: “Immagino che almeno i colleghi del M5S votino per accettare le mie dimissioni. Al posto mio arriverebbe il primo dei non eletti dei 5 Stelle, ma non cambierebbe nulla perché a livello numerico continuo a votare con il M5S. Ho già ripresentato le mie dimissioni, il giorno successivo all’ultima votazione contraria. Ormai sono rassegnato più che arrabbiato”.

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