In Italia sono 144.000 le persone colpite da un ictus ogni anno e , tra questi, quasi 80.000 muoiono poco dopo esserne stati attaccati. Una persona su sei è destinata ad essere colpita da questo killer silenzioso almeno una volta nella vita e mediamente ogni 6 secondi qualcuno muore, perché il flusso di sangue non arriva più al cervello.
Per calcolare la possibilità di avere un ictus o un infarto nei prossimi 5 o 10 anni si può ora utilizzare un’ app Riskometer, patrocinata dalla World Stroke Organization e disponibile anche in lingua italiana grazie ad ALT, Associazione per la lotta alla trombosi e alle malattie cardiovascolari – Onlus. Ad idearla e svilupparla è stato Valery Feigin, dell’Univeristà di Auckland, in collaborazione con Aut Enterprises e l’Associazione per l’educazione all’ictus della Nuova Zelanda. Si tratta di uno strumento che misura il rischio di andare incontro alle più diffuse malattie cardiovascolari ed, allo stesso tempo, inevitabili : l’ictus celebrale e l’infarto.
“Siamo orgogliosi di aver contribuito alla diffusione del Riskometer rendendolo accessibile anche nella versione in italiano – sottolinea Lidia Rota Vender, presidente di ALT- – perché anche gli studi più recenti confermano che in 80 persone su 100 l’ictus è non solo prevedibile ma soprattutto evitabile: la “app” è scaricabile gratuitamente e aiuta a “mettere in fila” i fattori di rischio individuali, modificabili e non. Fornisce le informazioni e la motivazione necessarie per modificare quelli legati soprattutto allo stile di vita”.
Come funziona l’app?
Riskometer è disponibile per Apple e per Andorid e funziona in modo semplice ed istantaneo. L’utente registra le sue abitudini, modificando gli eventuali cambiamenti di routine e dello stato di salute nel corso di dodici mesi. L’app fornisce quindi informazioni sul livello di rischio e sui fattori che possono potenziarsi vicendevolmente aumentando le probabilità di ictus o infarto.
Dopo l’inserimento dei dati, Riskometer elabora, infatti, due valori percentuali di rischio di avere un ictus o un infarto nel corso dei prossimi 5 e 10 anni.
“Le informazioni da inserire sono moltissime, dall’eventuale presenza di malattie in famiglia a precedenti traumi, dalle abitudini alimentari all’attività fisica svolta – spiega Paola Santalucia, vice-presidente dell’Alt -. Se il soggetto è anziano, dovrebbe essere aiutato da qualcuno nell’utilizzo dell app, che peraltro può essere estesa a tutti i componenti della famiglia da un unico smartphone. Sottolineo che, a fronte di informazioni veritiere da parte della persona, l’app è in grado di dare un risultato molto rigoroso, basato su evidenze scientifiche e linee guida riconosciute. Peraltro in alcuni Paesi al momento rappresenta l’unico strumento educativo nei confronti di ictus e infarto, vista la mole di informazioni utili che contiene e la sua gratuità. Nel 2015, anno in cui è stata messa a punto la versione inglese, è stata votata come migliore app medica. Ora sarebbe importante validarla nei singoli Paesi, confrontando con uno studio scientifico l’esito ricevuto da un certo numero di persone con il loro profilo medico e con il livello di rischio noto per infarto e ictus. Per ora questa analisi è stata fatta solo in Nuova Zelanda, credo che presto potrà partire anche in Italia”.
La versione “Pro” dell’app fornisce anche video in cui esperti spiegano i vari sintomi, le cause di rischio , ma anche i provvedimenti necessari per evitare un ictus celebrale, dove il tempo è fondamentale per la cura. La possibilità di riconoscere i sintomi velocemente, tramite un’app, permette di chiamare i soccorsi senza perdere tempo, cambiando la nostra vita, ma anche di chi ci sta intorno.