La Consulta s’è espressa sull’italicum ed ora la legge elettorale diventa tema caldo per tutti. Per tutti e quindi anche per i 5 Stelle. A rappresentarli c’è Danilo Toninelli, deputato del M5S e vice presidente Commissione Affari costituzionali alla Camera, che è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Ho scelto Cusano”, condotta da Gianluca Fabi e Livia Ventimiglia. Ecco cos’ha detto il politico in diretta su Radio Cusano Campus, emittente dell’università Niccolò Cusano.

Cosa pensano i 5 Stelle della legge elettorale? Come si muovono gli uomini di Grillo circa l’italicum? Domande interessanti le cui risposte sono state date oggi da Danilo Toninelli, deputato del M5S e vice presidente Commissione Affari costituzionali alla Camera. Ecco i passaggi chiave della sua intervista su Radio Cusano Campus:

Circa la legge elettorale dopo la revisione della Consulta. “Sento quelli del Pd dire: la Consulta ha mantenuto l’impianto dell’Italicum, non è affatto così. Se il ballottaggio è stato dichiarato incostituzionale, l’Italicum è stato abbattuto nella sua spina dorsale” ha affermato Toninelli.

Sui colpevoli: “Bisogna mettere un nome e un cognome in questo disastro istituzionale in cui ci troviamo. Il nome e cognome è Partito Democratico e Matteo Renzi, capo di quel governo che si è presentato dicendo che avrebbe riformato tutto e tutti e che invece ha fallito su tutti i fronti. Ha lasciato il Paese in uno stato di caos istituzionale. Mi ricordo quando in Commissione affari costituzionali arrivò l’Italicum e pensai: l’Italicum vale solo per la Camera, ma noi abbiamo anche il Senato. Loro dissero che tanto con la riforma costituzionale sarebbe rimasta solo la Camera. Il caos istituzionale che hanno creato non ha precedenti nella storia repubblicana. Tre anni di Renzi fatti di riforme bocciate, hanno lasciato tutto bloccato. Adesso ci dicono che si riparte da una legge elettorale di 20 anni fa, il Mattarellum. Non se ne può più. In un mondo normale, chi commette errori così madornali deve assumersene la responsabilità e andarsene. Renzi se n’è andato dal governo, ma è al capo del PD, aveva promesso di abbandonare la politica e non l’ha fatto”.

Sulle mosse future del movimento: “Una cosa certa è che se a noi piace la Repubblica Parlamentare che ha al centro l’eletto e non il capo del governo, significa che non ci dobbiamo spaventare se la sera stessa delle elezioni non c’è un vincitore, perché quella è una repubblica presidenziale. Se ci piace la Repubblica parlamentare bisogna iniziare a confrontarsi sui contenuti”.

Su come ottenere il 40%: “Noi puntiamo al 40% nella costruzione di un programma elettorale serio. Noi non ci presenteremo con un nome o un cognome, ma ci presenteremo con un programma alle elezioni. Cercheremo di arrivare per tempo con una squadra, in cui ognuno avrà il proprio ruolo”.

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