Ci sono infiniti miti e leggende, una tra queste riguarda il fiume Tara, che scorre nell’omonima città di Taranto snodandosi per due chilometri al ridosso dell’Iva, la più grande acciaieria d’Europa, per poi gettarsi nello Jonio.

La leggenda narra che nel 2000 a.C., il giovane Teras, figlio del dio Poseidone a della ninfa Satyria, fosse giunto con la sua flotta nei pressi del corso d’acqua edificando una città per poi sparire nelle acque del fiume stesso.

Ma le storie sul fiume Tara non finiscono qui.

La popolazione locale attribiusce alle gelide acque del fiume virtù terapeutiche, considerandolo come un ottimo rimedio contro le malattie dei nervi, o persino reumatismi, ernie e malattie ancor più gravi.
Fino alla fine degli anni 50 del Novecento, nei pressi del fiume, vi erano due stabilimenti balneari Lido Venere e Pino Solitario dove le persone delle città e dei paesi confinanti si recavano per immergersi nelle acque a cospargersi di fanghi, dotati di proprietà terapeutiche, tuttavia non molti sanno la genneda che si cela dietro questa credenza.
Si narra di un contadino incaricato di uccidere un vecchio asino, gettandolo nelle acque del fiume Tara. L’uomo, dopo aver spinto la bestia nelle gelide acque del fiume, si fece impietosire dai suoi occhi e decise di tirarlo fuori. Lo coprì con il fango raccolto nel fiume e, dopo pochi minuti l’asino recuperò tutte le forze.

Da allora la leggenda delle acque e dei fanghi miracolosi del fiume Tara divennero una credenza e poi un rito, così diffuso che tante sono le persone che ogni anno si recano nel luogo, pregando nella speranza di un miracolo.

Probabilmente le leggende riportate su questo fiume non sono veirtiere, ma la visione di quest’area, immersa nel verde e circondata da fauna selvatica, è incantevole e immediata, in contrapposizione alle ciminiere poco distanti, portatrici di malattie e di inquinamento.

L’incredibile storia del fiume Tara è protagonista di un libro uscito a Settembre del 2016 “Tara: il fiume dei miracoli”, ideato da D. Ditroilo, A.M. Fantetti e V. Bellino, tra fotografi pugliesi del collettivo Dav.