Nuovo scossone nell’istruzione italiana. A partire dal 2018 per essere ammessi all’esame di maturità sarà sufficiente la media del 6, condotta inclusa, non avendo quindi più la necessità di avere la sufficienza in ogni materia. Non solo. Le prove scritte da tre diventano due e all’orale non servirà più la tesina. Per quanto riguarda i crediti formativi, infine, acquisiscono sempre più peso esperienze come l’Alternanza Scuola Lavoro. Su quest’importante tema è intervenuto nella trasmissione “Open Day” dei nostri Misa Urbano ed Alessio Moriggi il Prof. Luigi Berlinguer, ex Ministro dell’istruzione dal 1996 al 2000. Ecco cos’ha detto in diretta su Radio Cusano Campus.

Media del 6 condotta inclusa sufficiente per essere ammessi alla prova di maturità? Solo due prove scritte? Molti sono i cambiamenti all’orizzonte della scuola italiana. Ne ha parlato il Prof. Luigi Berlinguer, ex Ministro dell’istruzione dal 1996 al 2000. Ecco i passaggi chiave su Radio Cusano campus:

Sull’impatto della riforma: “Non è così radicale, salvo la cancellazione della terza prova, che era un test che introdussi proprio io. Non credo però che si debbano versare grandi lacrime perché in Italia non siamo mai stati specialisti di questo tipo di esame. La prima prova è quella italiana per antonomasia. Io, però, mi sarei concentrato di più sull’intenzione di rivedere l’idea di versione adesso un po’ troppo meccanica”.

Sulla media del 6 condotta inclusa: “Così c’è la possibilità anche di avere un 5 e sono convinto che questa novità abbia una positività. Il concetto della media rispetta di più la personalità del singolo studente. Alla fine del quinquennio questi ragazzi sono già uomini, persone, e allora la scuola deve favorire non solo una conoscenza di tutto il programma ma anche la possibilità che si sviluppino delle opzioni personali”.

Sul minore stress dell’esame di maturità: “Non credo sia vero, è sempre un esame di stato. Invece lo studente così sa che verrà valutato non solo sulla mera conoscenza ma anche sulle sue inclinazioni”.

Sui 60 giorni che forse sono pochi per affrontare i decreti: “Sono cavoli dei parlamentari. Devono meritarsi il compito che è stato loro assegnato. Il tempo per discutere tutto, comunque, c’è”.

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