L’offerta televisiva, ormai ampia e variegata, attrae i bambini e tranquillizza i genitori. Tanto c’è sempre un programma nuovo in grado di catturare le attenzioni dei figli e trattenerli quieti. E il tempo scorre più placido. Ma, gli effetti della prolungata esposizione al mezzo televisivo, nei bambini, dovrebbero riportare i genitori alla realtà delle cose, dal momento che è tempo sottratto agli svaghi e al divertimento. “Passano meno tempo in relazioni e giochi”, dice a riguardo Anna Maria Giannini, a #genitorisidiventa su Radio Cusano Campus. Ed è già una buona, prima, ragione, per ripensare un’abitudine malsana e consolidata nel tempo. Certo, d’inverno è più difficile che vi siano opportunità di passare tempo coi coetanei all’aria aperta, allora meglio scegliere insieme i programmi giusti, e a seconda delle età. Quindi evitare di lasciare soli i bimbi davanti alla televisione. Questo il secondo importante consiglio per genitori. Ad esempio, se i figli sono molto piccoli va bene scegliere cartoni animati o fiabe; se più adulti è possibile selezionare per loro anche documentari, o fiction. Se, invece, vengono lasciati sole alle prese con trasmissioni o fatti di cronaca nera è necessario spiegare, cercando di infondere sicurezza, che non si trovano in un mondo dove non c’è protezione.
Secondo i dati diffusi da ‘Il Sole 24 Ore’ pare che si guardi la tv quando non si va a scuola, quindi nei giorni festivi, e pare non ci siano adulti in grado di aiutare i bambini ad individuare programmi adeguati all’età, o disponibili a decodificare con loro i contenuti trasmessi. In generale, due ore di esposizione quotidiana al mezzo televisivo sarebbero troppe, secondo la Giannini, “dobbiamo considerare le età dei bambini e il fatto che si tratta di un’attività che toglie tempo ad altro”, aggiunge. I bambini nel lasso di tempo che trascorrono a guardare la tv pare vengano immersi in una realtà che dovrebbe essere filtrata da un adulto. “Ci vorrebbe il continuo monitoraggio di una persona adulta soprattutto se il bambino è molto piccolo, altrimenti si abituano ad essere spettatori passivi e spesso vengono affrontati problemi non adatti a loro”, sottolinea la Giannini subito dopo.
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