Sergio Pirozzi ha di nuovo sorpreso tutti. Nel chiamare a raccolta gli italiani, il popolo della vita, in risposta alla lugubre vignetta di Charlie Hebdo, il giornale satirico francese che ironizzando sulla morte continua a non far ridere nessuno. Sergio Pirozzi, sindaco di Amatrice, ha raccontato intervenendo stamattina su Radio Cusano Campus come gli sia venuta questa idea geniale di rispondere con la vita a Charlie Hebdo. 

Prima di parlare della sua idea in risposta a Charlie Hebdo, Sergio Pirozzi ha commentato le recenti dichiarazioni del Premier Gentiloni: “Siamo in un Paese dalle due facce, però poi secondo me poi prevale la parte migliore. Da una parte chi scava fino a perdere il fiato, dall’altra la burocrazia che blocca tutto. Burocrazia è tutto e niente, però poi bisogna trovare delle soluzioni. Io nel mio piccolo una proposta l’ho fatta, speriamo che almeno venga messo qualcosa sul tavolo della discussione. In tempi di emergenza servono procedure d’emergenza, con affidamenti diretti, scegliendo le migliori ditte italiane. La mia preoccupazione ora è pensare a quanto può succedere con le opere di urbanizzazione che devono andare in gara. Le dichiarazioni di Gentiloni? Deo gratias! La aspettavo da parecchio una dichiarazione simile. Su tante cose bisogna fare presto altrimenti si butta a mare tutto quanto di buono si fa ed è stato fatto. La gente è esasperata, non può passare il concetto che non si fa niente, visto che non è così. L’Italia è forte. Se fa uno scatto di reni dimostra a tutti che non siamo quelli che qualcuno vorrebbe dipingere. Noi siamo un grande popolo”.
 
Su Charlie Hebdo, in risposta a cui ha lanciato la campagna ‘le vignette per la vita’, Sergio Pirozzi spiega così la sua idea: “Non mi aspettavo una risposta del genere, la mia iniziativa è nata così, come ogni tanto mi capita. Noi siamo il popolo della vita, questo testimonia che il popolo italiano sdrammatizza anche nel dolore ma ha un grande cuore. Se tornassi indietro risponderei così anche davanti alla prima vignetta, quando decisi di querelare Charlie Hebdo. Lì ero a caldo, poi ci ho riflettuto bene, davanti alla prima vignetta ho fatto una stupidaggine, sono stato poco lucido. Ho sbagliato, perché a volte l’uomo sbaglia, serviva una gran bella risposta così”.