In Italia il tema del lavoro è sempre stato molto caldo. Non male per un paese che, costituzionalmente, dovrebbe esserci fondato sopra. Ora il boccino della discussione s’è spostato verso i voucher, da molti criticati in quanto nuova occasione di abusi. Ora parla il Prof. Filippo Taddei, economista del PD, ospite della trasmissione “Ho scelto Cusano” dei nostri Gianluca Fabi e Livia Ventimiglia. Ecco cos’ha detto di rilevante ai microfoni di Radio Cusano Campus.

A quale capitolo è giunta la storia sui voucher? Con le norme sulla tracciabilità dei buoni lavoro, entrati in vigore da ottobre, sembra proprio che si sia fermata la corsa all’acquisto. La fonte di questa notizia è autorevole. Lo rileva, infatti, l’Inps nel “Rapporto sul Precariato” pubblicato oggi mostrando come a dicembre 2016 siano stati venduti 11,5 milioni di voucher contro gli 11,4 milioni venduti a dicembre 2015. Spiega meglio il passaggio il Prof. Filippo Taddei, economista responsabile economico del PD in questo passaggio dell’intervista:

“La ragione di questi dati è che la stretta messa in pratica dal Jobs Act a partire dallo scorso ottobre incomincia a funzionare. Abbiamo visto tutti aumentare i numeri dei voucher e ci siamo subito chiesti come ne potessimo limitare l’abuso e come potessimo riportare lo strumento al suo uso originale”. 

Ma è necessario fare ancora strada per migliorare questo strumento del voucher e renderlo efficace “e qui riconosco che c’è stato da parte nostra un reato di omissione, anche se non era scontato che ci fosse una crescita simile del fenomeno. Mi cospargo, comunque, il capo di cenere e dico anche che c’è bisogno di fare altro sui voucher”
 
Rimane aperta la questione del costo del lavoro come chiosa proprio il Prof. Filippo Taddei:
 
“Il tema del costo del lavoro è un problema? Il problema è sulla competitività e cioè quanto è in grado di produrre un lavoratore anche e soprattutto a causa dell’organizzazione delle aziende. Spesso poi ci si chiede cosa accadrà dopo la fase degli incentivi ma specifico che aver tagliato l’Irap anche solo per i “tempo indeterminato” è un risparmio di 5miliardi di euro che vale sempre”.