Avere un fratello gemello, o una sorella gemella, significa non essere mai soli, avere un eterno complice, condividere le emozioni, i pensieri, la quotidianità. Ma dopo l’adolescenza il desiderio di dover affermare la propria identità emerge preponderante. I due restano comunque individui diversi, e separati. E’ in questa fase che il genitore dovrebbe rafforzare le differenze tra i due, a riguardo il prof. Roberto Pani, docente dell’Alma Mater Studiorium ha detto: “L’adolescenza è un processo di differenziazione che va favorito. Loro sono abituati a pensarsi come un noi e non come un io. […] Il genitore dovrebbe favorire le differenziazioni tra i due, e anche le scelte che dovranno compiere, che dopo questa fase saranno differenti. Rinforzo delle differenze nella costruzione identitaria dei figli.” Basti pensare ai gemelli famosi, a personaggi del mondo della musica e del cinema che hanno raggiunto l’affermazione artistica senza “l’alter ego”.
“Sin dalla nascita c’è questa sensazione del noi – ha specificato Pani, durante l’intervista rilasciata ai microfoni di Radio Cusano Campus, nella trasmissione #genitorisidiventa – che fa si che ci sia un’immagine speculare di se stessi, un legame imprescindibile che se osservo mi accorgo che sta pensando a qualcosa di simile a quello a cui penso io, e quindi è un ponte che non permette mai la separazione. […] Dopo l’adolescenza ci si sente soffocati, c’è questo noi che non riusciamo a riconoscere, separatamente da noi. […] Ci si separa, ma mai al cento per cento. […] Le esperienze per quanto condivise sono soggettive. […] Tra i due c’è empatia, un sentire, una condivisione potente, i gesti vengono percepiti allo stesso modo. […] I gemelli possono essere monozigoti, o eterozigoti. I primi sono identici, e per loro questo senso di certezza è godibile. I secondi sono fratelli che potrebbero non assomigliarsi del tutto: avere diversi lineamenti, e un altro colore dei capelli.”
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