Matteo Renzi e Silvio Berlusconi hanno riconquistato le prime pagine del paese. Ne parla, con un’analisi lucida, Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera, intervenendo ai microfoni della trasmissione “Ho scelto Cusano”, condotta da Gianluca Fabi e Livia Ventimiglia. Ecco cos’ha detto il politico all’emittente dell’ateneo.
Renzi e Berlusconi. Se ne parla dal famoso patto del Nazareno e se ne parla ancor più oggi che i due leader politici sono di nuovo protagonisti dei più importanti media italiani. Su Radio Cusano Campus lo analizza e ne discute il capogruppo di Forza Italia alla Camera Renato Brunetta. Questi i passaggi chiave della diretta:
Sulle interviste di Renzi e Berlusconi a Repubblica e Corriere: “Due interviste distanti anni luce l’una dall’altra. Renzi sembra non aver capito nulla della sua sconfitta, sembra dire agli italiani “ammetto i vostri errori, chiedete scusa”. Lui non pensa di aver perso, pensa che hanno perso gli italiani che non l’hanno capito. In realtà gli italiani lo hanno capito benissimo, hanno votato con le tasche. Gli italiani si sono guardati in tasca dopo i 1000 giorni di Renzi e hanno visto che non era stato fatto nulla di buono. E poi hanno capito benissimo la deriva autoritaria che era sottesa dalla riforma costituzionale e dalla parallela riforma elettorale. D’altra parte Renzi si illude che il suo 40% sia spendibile politicamente. Così come il 60% del no non è spendibile perchè non è un partito. Renzi ha sbagliato a non fare una responsabile autocritica. Il partito, di fronte a un no così diretto da parte di tante componenti del Paese, non si è chiesto perchè. Questo è un errore, tanto di Renzi tanto del Pd. Troppo facile dire “ho straperso” in maniera retorica, però troppo facile passare oltre, senza un’autocritica. Nei suoi mille giorni Renzi aveva sempre detto che si votava nel 2018 perchè lui era la stabilità e solo perchè ha subito un gol scappa dalla partita e buca il pallone chiedendone un altro”.
Sul fatto che fu un errore appoggiare Monti e Letta: “Se guardiamo alle ultime elezioni amministrative, Forza Italia e l’intero centrodestra hanno vinto mentre Renzi ha perso. Dopodiché, da quel maledetto 2011, il percorso di Berlusconi è stato molto accidentato. Lo sanno tutti, fu un errore appoggiare Monti, fu giusto farlo cadere. Forse fu un errore appoggiare Enrico Letta, quello stesso Letta che consentì l’estromissione dal Senato di Berlusconi in base alle legge Severino. La cancellazione del Pdl, la rottura con Alfano e Verdini certamente non sono stati momenti di successo. Ma nonostante tutto, avere Berlusconi ancora in campo, lucido, che fa un’intervista di cui parlano tutti, che è ancora visto come il catalizzatore del centrodestra, nonostante tutto questo Forza Italia può puntare al 20% se Berlusconi tornerà eleggibile”.
Sul centrodestra unito: “Il centrodestra è plurale in Italia, così come in tutti i Paesi democratici del mondo. In Francia ce ne sono almeno quattro. Non credo che in questo centrodestra plurale italiano la maggior parte appartenga alla componente lepenista di Salvini. Io credo che il lepenismo sia una componente importante delle destre plurali in Europa oggi, ma che nè in Francia nè in Italia sia maggioritaria. Il lepenismo ha tante ragioni, ma non credo che interpreti in maniera di sintesi la pluralità del sentire politico culturale economico ed istituzionale delle destra in Europa”.
Su Berlusconi ancora come migliore sintesi del centrodestra: “Penso che ancora una volta sia Berlusconi il migliore interprete della sintesi delle pluralità del centrodestra. Faccio alcuni esempi: il Berlusconi di Pratica di Mare nel 2002, con l’allargamento della Nato alla Federazione Russa, con la fine della guerra fredda. L’accordo con la Libia di Gheddafi per gestire i flussi migratori. L’Europa non matrigna grazie alla politica estera di Berlusconi. La storia di quel Berlusconi ci sta dando ragione. Quando la ministra Pinotti dice che il modello che il governo vuole seguire con la Libia è quello di Berlusconi con Gheddafi. Quando la Pinotti dice che al G7 di Taormina sarebbe bello venisse anche Putin, sta riconoscendo il ruolo strategico di Berlusconi all’inizio degli anni 2000. Abbiamo perso 15 anni”.
Sulla manovra e l’UE: “Lo sapevano tutti, l’Italia ha scherzato col fuoco, con la flessibilità, ha usato il deficit per comprarsi il consenso e adesso i nodi stanno venendo al pettine, la polvere sta venendo fuori dal tappeto. L’avevamo detto, i mille giorni di Renzi questo hanno prodotto. Abbiamo sprecato 15-16-17 miliardi di euro in cattiva spesa perchè Renzi doveva comprarsi il consenso”.
Sul salvataggio di Mps: “Avrei speso anche più di 20 miliardi tre-quattro anni fa per salvare l’intero sistema bancario italiano, cosa che nè Monti, nè Letta, nè Renzi hanno voluto fare. Io chiedo insistentemente una commissione parlamentare d’inchiesta, voglio capire perchè Montepaschi comprò Antonveneta 10 anni fa al doppio del suo valore e perchè Bankitalia non ha vigilato, di chi è la responsabilità, di chi è la colpa”.
Su Donald Trump: “Trump rappresenta la percezione del reale a 360 gradi anche quando il reale non piace, quando è scorretto politicamente, quando può creare il voltastomaco. Quelli troppo raffinati politicamente certe cose neanche le pensano, perchè vengono filtrate prima. Trump che ha questa presa diretta con il reale le pensa tutte queste cose, anche quelle meno commestibili come i muri. In questa fase questa è la chiave di lettura più corretta di questo mondo in grande caos, in grande confusione. Non credo che la globalizzazione sia finita, dico solo: basta con i luoghi comuni”.