Come tutti i nomi di culto, i Baustelle sono molto discussi. Non lasciano indifferenti: o piacciono molto o per nulla. Assolutizzazioni che non sembrano interessare più di tanto la band toscana che prosegue sul suo tragitto artistico senza grandi problemi. Ora è giunta l’ora di “L’amore e la violenza, nuovo album uscito lo scorso 13 gennaio. Vediamo cosa ne pensao gli stessi Baustelle.

Sono arrivati al loro settimo album i Baustelle. Che piacciano o no, è indubbio che hanno una longevità ben diversa dal mordi-e-fuggi degli artisti dei talent. La nuova fatica si chiama “L’amore e la violenza” e sarà portato a breve in tour dal prossimo febbraio. Di cosa trattano le nuove canzoni? Lo raccontano gli stessi Baustelle in una bella intervista a Tgcom di cui riportiamo uno stralcio:

“Uscivamo da un disco ingombrante come “Fantasma”, che è stato un esperimento con orchestra sinfonica, poco rock, con pezzi lunghi. Il dopo di una cosa del genere dava un po’ di ansia da prestazione. L’abbiamo risolta pensando di andare in tutte le direzioni possibili che non fosse quella già percorsa. E abbiamo pensato di fare una cosa che fosse immediatamente riconoscibile come un disco di musica cosiddetta pop: pezzi brevi, da cliché (strofa-ritornello), più ritmo, orecchiabili. Al di là di questi paletti ce n’è di lavoro che si può fare all’interno della canzonetta per renderla coraggiosa e poco rassicurante. A noi piace la musica pop. Anche se non sono entusiasta di quella che sento in giro. Forse la sfida è fare una musica pop che non senti alla radio. Quello era l’intento di partenza”.