Il referendum sul Job Act era un tema destinato a far parlare di sè e così è stato. Ora dice la sua il Senatore del Pd Pietro Ichino, giuslavorista, e lo fa intervenendo ai microfoni della trasmissione “Ho scelto Cusano”, condotta da Gianluca Fabi e Livia Ventimiglia. Cosa ha detto il Senatore del Pd a Radio Cusano Campus? Ecco i passaggi chiave all’emittente dell’ateneo.
Il senatore Pietro Ichino, area PD, è un giuslavorista e per questo e per il fatto che è un politico ha tutto il peso per poter dire la sua sul referendum del Job Act. Ecco cos’ha detto in diretta su Radio Cusano Campus:
Sulla sentenza della Consulta sul referendum sul Jobs Act: “E’ una sentenza molto tecnica. In questo caso si può proprio dire che la Corte Costituzionale ha fatto il suo mestiere e l’ha fatto bene. Il contenuto della sentenza era molto prevedibile in linea di diritto. Sia io che altri giuslavoristi e costituzionalisti nei mesi passati avevano rilevato che il quesito sull’articolo 18 anzichè abolire una norma introduceva una nuova norma sull’estensione dell’articolo 18 anche alle imprese con meno di 15 dipendenti. Il referendum propositivo non è ammesso nel nostro ordinamento. Quindi sarebbe stato davvero sorprendente se la Corte avesse ammesso questo quesito. Prevedibile anche l’accoglimento degli altri due quesiti, nonostante io sia contrario sul piano politico”.
Sui voucher: “Il voucher è l’unico modo in cui ragionevolmente si può pensare di ricondurre a regolarità, trasparenza e visbilità un lavoro occasione, come ad esempio le ripetizioni scolastiche, la raccolta delle olive, lo sgombero di una cantina. Abusi? Ci sono certamente, ma il numero dei voucher utilizzati non presenta affatto l’evidenza dell’abuso. Non è quel numero che offre l’evidenza dell’abuso. L’evidenza dell’abuso l’abbiamo da singoli episodi che vengono molto dilatati dalla stampa. Quando il sindacato individua abusi, può agire contro il datore di lavoro e farlo perseguire. Questi sono casi già vietati dalla legge e lo strumento per reprimerli c’è, il procedimento di repressione della condotta anti-sindacale che porta alla sentenza in dieci giorni”.
Sui dati della disoccupazione: “C’è bisogno di più che una cura d’emergenza -ha spiegato Ichino-. E’ evidente che c’è un grosso problema riguardante i giovani, in particolare il passaggio dalla scuola al mondo del lavoro. Questo passaggio in Italia è molto difficile perchè oggi è molto più difficile per un giovane, rispetto a 50 anni fa, entrare nel mondo produttivo, perchè non si fanno più le grandi assunzioni all’ingrosso come accadeva per la Fiat. Oggi ogni assunzione è personalizzata, richiede specifiche competenze, attitudini, anche di carattere personale, non necessariamente professionale. Questo significa che occorrono i servizi di orientamento scolastico e professionale che in Italia mancano del tutto, tranne in 2-3 regioni del nord. Manca del tutto l’informazione sulla coerenza tra formazione scolastica e gli sbocchi occupazionali possibili, che è un’informazione decisiva per fare le scelte riguardo il proprio futuro”.
Sulla discussioni nel Pd: “Personalmente non c’è giorno in cui non sia impegnato in un dibattito su questo tema con i dirigenti e la base del partito. Non ho l’impressione che sia stata sottovalutata la portata dell’evento del 4 dicembre. I media non danno un’immagine veritiera di come e quanto si discuta di questo nel Pd. Renzi fa bene in questo momento a lavorare per linee interne, certo non è facile coniugare il lavorio interno ad un’organizzazione dal punto di vista della comunicazione. Noi facciamo un lavorio vero, non come le consultazioni del M5S che vengono controllate solo dalla Casaleggio Associati”.
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