Il tema dello cyberspionaggio è caldissimo in queste ore in Italia. Ne stanno parlando gli utenti in rete, gli addetti dei media ma anche e soprattutto molti esponenti pubblici che sull’argomento hanno una personale esperienza. Si inserisce in questo contesto l’avvocato Gioacchino Genchi che è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Ho scelto Cusano”, condotta da Gianluca Fabi e Livia Ventimiglia. Ecco cos’ha detto l’ex poliziotto ai microfoni di Radio Cusano Campus.
L’avvocato Gioacchino Genchi non ha bisogno di presentazioni. E’ lapalissiano il motivo per cui è persona titolata per dire la sua sul tema del cyberbullismo. Ecco cos’ha detto in diretta su Radio Cusano Campus:
Riguardo il caso del cyber spionaggio dei fratelli Occhionero: “Mi chiedo come la massima carica italiana utilizzi gli strumenti di comunicazione comuni con la disinvoltura di un boyscout. In Italia nonostante ci sia una regolamentazione che riguarda tutti i settori, non c’è una regolamentazione della comunicazione istituzionale. Il governo italiano è alla mercè dei servizi di sicurezza che costano un botto di soldi e non garantiscono la sicurezza. Abbiamo la polizia che comunica con radio analogiche facilmente intercettabili. Queste intercettazioni sono un rischio per la democrazia perchè un presidente del consiglio vittima di certe intercettazioni può essere ricattato e questo può influenzare il suo operato”.
Su Renzi ed altri colpiti illustri: “Ormai con questi spyware che vengono installati in maniera quasi automatica dagli stessi utenti in maniera inconsapevole è facilissimo insinuare uno strumento che consente a chi si collega in remoto per intercettarlo di avere tutte le informazioni. Renzi, Monti, Vincenzo Scotti, Ravasi, la Brambilla, Bonaiuti, Stefano Caldoro, Capezzone e Cicchitto sono tutte persone che stranamente sono state silenziate, Renzi compreso. Comincio a sospettare che queste intercettazioni abbiano sortito il loro effetto perchè di fatto questi soggetti hanno avuto un grosso travaglio in particolare negli ultimi mesi”.
Sull’esigenza di essere controllabili: “Tutti dobbiamo essere controllabili. Ogni carica deve essere sottoposta a controllo, l’unica differenza è che le attività di controllo sono attività legali, svolte dall’autorità giudiziaria. La banca dati delle forze di polizia è un colabrodo, chiunque vi può accedere e consultare qualunque tipo di dato. La sicurezza dello Stato è della democrazia è affidata ad autentici abusivi”