“Che fai domani sera?” – “Non siamo fidanzati!” Dialogo breve, coinciso, e frequente tra due soggetti con diverse aspettative sulle relazioni di coppia. Uno dei due non ne vuole sapere di fidanzarsi: effetto singletudine stagnante. Fin qui nessuna novità! La notizia è legata all’aumento dei single, ovvero gente che ha avuto relazioni importanti, ma che ha preferito la singletudine ad un progetto di coppia duraturo. In Italia ci sono otto milioni di persone sole, la famiglia non interessa più come progetto da portare a compimento, ne abbiamo parlato nel programma dedicato ai genitori di Radio Cusano Campus, e abbiamo chiesto al Dr. Marco Ventola, psicologo e psicoterapeuta, se è corretto considerare la singletudine una zona di comfort: “Anche stare in coppia può proteggerci dalla solitudine. Il problema da affrontare è quello della prescrittività. Quando prescriviamo uno stile di vita ad una persona diventa una questione doveristica, viene imposta dall’esterno.”
“Nei rapporti di coppia dopo la fase iniziale la passione viene meno. […] Se non riesce a sostituire la dimensione passionale con dimensioni terze, che non sono obbligatoriamente i figli, i rapporti di coppia vanno a finire. […] Il mito della persona giusta è un ideale che non c’è”, ha aggiunto Ventola, a #genitorisidiventa. Michela Luzi, docente di Sociologia Economica dell’Università Niccolò Cusano ha parlato di gruppi di single, come sostitutivi alle famiglie, e ha aggiunto: “La nostra è un’epoca di deregulation, ovvero quel disagio della post-modernità che deriva da una ricerca del piacere impossibile da conciliare con quel minimo di sicurezza che può garantire la famiglia. […] Le agenzie di socializzazione che sostituiscono la famiglia sono i gruppi di single, viaggi tra persone sole, associazioni interessate ad alimentare il fenomeno. […] Questa enfatizzazione del presente, la ricerca smodata del divertimento, e del piacere mordi e fuggi, li porta a rinviare decisioni importanti della vita.”
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