“Non è scontato che ci debba essere un mandante dietro un’operazione di questo genere”. Lo ha detto Marco Strano, criminologo e massimo esperto di cybercrime, intervenuto ai microfoni della trasmissione “Il mondo è piccolo” su Radio Cusano Campus, riguardo la vicenda di cyberspionaggio che ha coinvolto Giulio Occhionero, ingegnere nucleare di 45 anni, e sua sorella Maria Francesca, di 49, arrestati dalla polizia postale con l’accusa di procacciamento di notizie concernenti la sicurezza dello Stato, accesso abusivo a sistema informatico aggravato e intercettazione illecita di comunicazioni informatiche e telematiche.

“Ci sono persone che fanno questo tipo di attività di spionaggio senza avere un mandante -ha spiegato Strano-, sperando di poter vendere queste informazioni al miglior offerente. L’altro aspetto che va considerato è che per fare questo tipo di operazioni non necessariamente ci vuole alle spalle una grande organizzazione di spionaggio come può essere un servizio di intelligence istituzionale, perchè ormai questo tipo di attività può essere posto in essere anche da un singolo individuo con una buona competenza informatica che senza grandi risorse riesce ad operare in questo settore”.

Privacy a rischio per tutti. “Il Presidente del Consiglio e il comune cittadino per alcune forme di comunicazione utilizzano gli stessi strumenti, cioè la posta elettronica e i social network” ha spiegato Strano.

Falle nel sistema di sicurezza. “Il mondo occidentale ha fatto una scelta diversi anni fa -ha sottolineato Strano-, quella di affidare ad internet anche le comunicazioni di tipo istituzionale. E’ stata una scelta anche di risparmio economico, quella di utilizzare la rete commerciale e adesso stiamo pagando il prezzo di questa scelta perchè all’interno di questa rete circolano anche dei malintenzionati”.