Molti pensano che l’origine della bandiera italiana coincida con l’Unità di Italia. In realtà risale alla fine del 1700. Infatti, la sua prima comparsa ufficiale va a collocarsi nel 1796, anno in cui vide la luce la Repubblica Cispadana, comprendente alcuni territori dell’attuale Emilia Romagna (nella foto a sinistra: il primo tricolore della Repubblica Cispadana a strisce orizzontali). Il verbale della riunione recita: “Fa pure mozione che si renda Universale lo Stendardo o Bandiera Cispadana di tre colori, Verde, Bianco e Rosso e che questi tre colori si usino anche nella Coccarda Cispadana, la quale debba portarsi da tutti”. Ecco perchè alla bandiera italiana è dedicata la Festa del Tricolore, istituita dalla legge n° 671 del 31 dicembre 1996, Festa che si tiene ogni anno il 7 gennaio. Questa celebrazione ricorda la prima adozione ufficiale del tricolore come bandiera nazionale da parte di uno Stato italiano, la Repubblica Cispadana appunto: era il 1797.
Ma perché furono scelti i colori bianco, rosso e verde? Sull’argomento si è molto discusso e le suggestioni arrivano anche dalla poesia. “Il verde la speme tant’anni pasciuta, il rosso la gioia d’averla compiuta, il bianco la fede fraterna d’amor” recita Berchet; ma Dall’Ongaro risponde: “I tre colori della tua bandiera non son tre regni ma l’Italia intera : il bianco l’Alpi, il rosso i due vulcani, il verde l’erba dei lombardi pian”. Carducci, invece, scriveva: “Le nevi delle alpi, l’aprile delle valli, le fiamme dei vulcani. E subito quei colori parlarono alle anime generose e gentili, con le ispirazioni e gli effetti delle virtù onde la patria sta e si augusta: il bianco, la fede serena alle idee che fanno divina l’anima nella costanza dei savi; il verde, la perpetua rifioritura della speranza a frutto di bene nella gioventù de’ poeti; il rosso, la passione ed il sangue dei martiri e degli eroi”. Mentre altri, molto meno poeticamente, sostengono che i tre colori derivino essenzialmente da una mera copia della bandiera francese, alla quale si è sostituito il verde con il blu.
Molte ipotesi e nulla di certo, se non la derivazione proprio francese della struttura della bandiera: un modo per auspicare che gli ideali di libertà, uguaglianza e fratellanza, della Rivoluzione Francese, trovassero terreno fertile anche nella nostra penisola.
Il tricolore di oggi. Bisogna aspettare la fine della Seconda Guerra Mondiale affinché il tricolore si affermi per come lo conosciamo oggi. Se, infatti, la restaurazione soffocò e dimenticò il vessillo della nostra penisola, la proclamazione del Regno d’Italia vide una ripresa dello stendardo a cui, però, si andò ad aggiungere lo stemma della corona reale sabauda (foto in basso). Il 27 dicembre del 1947 poi il tricolore venne fissato come bandiera nazionale. L’articolo 12 della Costituzione della Repubblica Italiana recita: “La bandiera della Repubblica è il tricolore italiano: verde, bianco e rosso, a tre bande verticali di eguali dimensioni”. A breve, della storia del tricolore italiano e dei 70 anni della nostra Costituzione si parlerà a “La Storia Oscura”, in onda tutti i giorni dalle 13 alle 15 su Radio Cusano Campus, la radio dell’Università Niccolò Cusano.
La Festa del Tricolore celebrata dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella 220 anni dopo. A Regio Emilia oggi il Capo dello Stato ha detto: “Il valore dell’unità nazionale va considerato non con lo sguardo al passato, ma verso il futuro, il futuro concreto del nostro popolo. Il modo di intendere così il valore dell’unità nazionale lo rende coinvolgente ed espressivo del diritto di tutti a essere cittadini del nostro Paese. Il Tricolore contiene ed esprime il valore della nostra unità nazionale. Non a caso la nostra Costituzione, all’articolo 12, raccoglie, indica e definisce il Tricolore che ha accompagnato con continuità le varie fasi della storia unitaria del nostro Paese, dal Risorgimento alla costruzione della concreta unità di vita dell’Italia, alla Resistenza, alla Repubblica, attraverso una lunga trama di vite, di storie, di aspirazioni, luoghi, eventi in cui si è svolta la vita del nostro Paese in questo periodo”.
Unità e momenti di debolezza. Mattarella ha poi precisato: “Il valore dell’unità nazionale ha avuto momenti di arretramento: è stato indebolito nel periodo in cui la deformazione del concetto di patria e di nazione con il fascismo ha indebolito anche la condivisione popolare. Si è ripresa, come diceva un grande italiano che è mancato poco tempo fa come Ciampi, l’8 settembre 1943: da quel momento si rilancia il valore della patria e dell’unità nazionale. Un valore declinato in maniera evolutiva, con crescente consapevolezza, con una crescita di sentimento comune nazionale che si è manifestato con evidenza nella grande guerra, pur col suo carico di privazioni e lutti”.