Un a tu per tu con Antonio Di Pietro in cui si è parlato di tutto. Dal nuovo codice etico di Beppe Grillo (considerato una grande cosa dall’ex magistrato) alla Pedemontana (su cui Di Pietro afferma di non poter continuare a lavorare gratuitamente) passando per quanto accaduto a Cona e senza dimenticare il tentato furto che ha subito a Natale, nella sua casa in Lombardia. 

E’ stata una lunga intervista quella rilasciata da Antonio Di Pietro a Radio Cusano Campus. L’ex magistrato, intervenendo nel corso di ECG, ha parlato di Beppe Grillo, della Pedemontana e del tentato furto che ha subito a Natale nella sua casa in Lombardia. Cliccando qui è possibile riascoltare l’intervento integrale di Di Pietro sulla radio dell’Università Niccolò Cusano.

Antonio Di Pietro ha commentato il nuovo codice etico del Movimento Cinque Stelle e ha detto la sua anche sull’idea di Beppe Grillo, che vorrebbe un tribunale popolare contro le bufale sul web: “Il mio amico Beppe Grillo ha fatto una cosa che condivido totalmente e una cosa che non condivido per niente. Condivido il nuovo codice etico, perché l’avviso di garanzia vuol dire tutto e non vuol dire niente, così come è troppo e troppo poco collegare ad un procedimento penale la credibilità di una persona. Non condivido per niente invece la cosa del tribunale popolare, che non ha né capo né coda, addirittura con le persone scelte a caso. Evidentemente e indubbiamente è provocazione, Beppe Grillo è troppo intelligente per aver pensato davvero a un tribunale popolare e a un tribunale speciale. Sicuramente -precisa Antonio Di Pietro- alcune persone nel fare comunicazione prendono uno stuzzicadenti e lo fanno diventare una trave. Prendete il caso Raggi, crocefissa ancor prima di aver ricevuto un avviso di garanzia. Capisco la ragione per cui Grillo è amareggiato, ma non puoi fare di tutta l’erba un fascio. Non tutti gli organi d’informazione sono da buttare al macero. Su Virginia Raggi, comunque, alcuni media adottano il principio di colpevolezza. Io sugli avvisi di garanzia ne so più di tutti: li ho fatti e li ho ricevuti. Ho visto tutte e due le facce della medaglia. Non si può criminalizzare qualcuno in base ad un avviso di garanzia. Questa è una cattiveria ingiusta e ingiustificata. Per difendere la mia onorabilità, ad oggi, ho dovuto promuovere 463 procedimenti. Non va criminalizzata l’informazione. Meglio una informazione libera con un giudice che di volta in volta stabilisce la verità, piuttosto che un informazione col bavaglio o peggio ancora con un tribunale popolare. Grillo non ha torto quando lamenta che alcuni giornalisti utilizzano la propria professione per fini diversi rispetto all’informazione, ma bisogna distinguere caso per caso”.
Secondo Antonio il partito di Beppe Grillo sta attraversando un periodo particolarmente delicato: “Il Movimento Cinque Stelle sta attraversando un momento molto delicato. Il momento della maturità. Io con l’Italia dei Valori, ad esempio, non sono riuscito a compiere questo passaggio. Mi auguro col cuore che possano fare un salto di qualità, perché a Grillo e al Movimento va riconosciuto un fatto, aver canalizzato un voto di protesta, aver evitato le piazze infiammate, le vetrine rotte e le automobili infiammate”.
Sulla querelle tra Beppe Grillo e Mentana Antonio Di Pietro prende le parti del direttore di La7: “Condivido Mentana, perché dice che non si può fare di tutta l’erba un fascio. Mette a disposizione il suo archivio, dice guardatelo da cima a fondo, se ho sbagliato qualcosa lo ammetto, ma altrimenti non mi potete tirare in mezzo. Mi auguro che non si arrivi a una sentenza, mi auguro che tra Grillo e Mentana ci sia un chiarimento pubblico e alla fine uno dei due si scusi con l’altro”.
 
Sul caso di Cona Antonio Di Pietro la pensa così: “Quelli hanno sbagliato perché non si mettono sotto chiave venti assistenti, però se su un posto da 200 posti ce ne metti 1500, senza i cessi, dentro la tenda anche d’inverno, siamo ai limiti del campo di concentramento. Dobbiamo stare attenti anche noi a non portare all’esasperazione. Bene fanno i telegiornali che raccontano gli errori di questi signori ma anche come vengono trattati una volta che vengono chiusi là dentro”.
Sul furto nella sua casa in Lombardia a Natale Antonio Di Pietro racconta: “Io non c’ero, sono arrivati due ladri. Bisogna dire grazie ai carabinieri che hanno fatto il proprio dovere ma anche a un ragazzo e a una ragazza minorenni che vedendo dalla finestra loro quello che stava accadendo a casa mia hanno telefonato ai carabinieri aiutandoli passo dopo passo ad arrestare i ladri. Che questa cosa l’abbiano fatta due ragazzi minorenni mi inorgoglisce. Complimenti a loro e ai loro genitori”.

Sulla Pedemontana Antonio Di Pietro lascia intendere che presto potrebbe smettere di occuparsene:
“Ho fatto sei mesi di senso civico, sto lavorando gratuitamente perché essendo pensionato non potrei lavorare se non gratuitamente. Se lo scopo è di creare un lavoro per i giovani, i pensionati non dovrebbero lavorare neanche gratuitamente. Io l’ho fatto, l’ho fatto per sei mesi, non è che posso farlo per tutta la vita, ho una responsabilità verso la mia famiglia e faccio l’avvocato. Detto questo assicuro che prima di lasciare lascerò le carte in ordine e una fotografia chiara della situazione per ringraziare chi ha avuto fiducia in me”.