Continua  a far discutere l’intervista rilasciata ai microfoni di “Legge o Giustizia” del nostro Matteo Torrioli su Radio Cusano Campus dall’avvocato Claudio Salvagni, uno dei legale di Massimo Bossetti. Salvagni aveva attaccato la trasmissione Rai “Storie Vere” per aver divulgato informazioni inesatte sul processo al muratore di Mapello, in carcere per l’omicidio di Yara Gambirasio. L’avvocato aveva attaccato anche il “doppio pesismo” del giornalista Carmelo Abbate, convinto da tempo della colpevolezza di Bossetti. Parole pesanti per temi pesanti e la palla ha appena iniziato a girare. Vediamo insieme perché.

Quando la discussione appassiona passa sui social. E, non a caso, Abbate scrive sul suo profilo Facebook riprendendo l’intervista rilasciata da Salvagni all’emittente dell’Ateneo romano: “Mi viene il dubbio che l’avvocato Claudio Salvagni non conosca il significato della parola garantismo, come quando in passato mi ha accusato di fare disinformazione. Ma non voglio assolutamente fare polemiche. È la sua opinione su di me, e per quanto io la trovi bislacca, la rispetto.  Approfitto di questa occasione per fare i miei più sinceri (e sottolineo sinceri) auguri di buone feste all’avvocato Claudio Salvagni e alla sua famiglia. Spesso ci siamo trovati su posizioni opposte, ed è molto probabile che succederà ancora, ma anche se non apprezzo toni e modi riconosco all’avvocato Claudio Salvagni la tempra di chi si batte fino all’ultimo respiro per affermare ciò in cui crede. E questa, a prescindere dal merito e dalle posizioni, è una qualità straordinaria. Auguri”. Salvagni ha ripreso il post di Abbate, aggiungendo un suo ulteriore commento: “Si confonde la vicenda processuale di un uomo con un derby calcistico. Qui non ci sono ne vinti ne vincitori, è solo la Giustizia che deve essere affermata e può dirsi giustizia fatta quando è stato concesso all’imputato di difendersi appieno. Questo è garantismo. Questa è la condizione indispensabile per dire di vivere in un paese civile e democratico. A Bossetti non è stata data la possibilità di verificare con una perizia tutte le anomalie che affliggono il dna che lo accusa. Questo è garantismo, non faziosità. Perché ognuno di noi potrebbe trovarsi schiacciato dalla giustizia e sfido chiunque a dire che non avrebbe chiesto di verificare l’affidabilità dei risultati dell’esame sul dna”.