E’ uno schiaffo ai giovani! Il loro NO al referendum del 4 dicembre è stata l’ennesima protesta contro il governo e un tentativo di far sentire le loro voci ad una politica che predilige i pensionati, lasciando i giovani in panchina.

Secondo i dati dello Young Yorkers Index, elaborati un anno fa da PwC, l’Italia risulta l’ultimo Paese Ocse sui 34 analizzati per livello di occupazione, scolarizzazione, e formazione professionale dei giovani tra 15 e 24 anni.  Al primo posto la Svizzera, seguita dalla Germania che insieme precedono anche gli Stati Uniti che si posizionano solo al decimo posto

“La questione cruciale per il prossimo anno, qualunque sarà il governo che se ne dovrà occupare, sarà quella della disoccupazione giovanile. Che anche nei dati del terzo trimestre 2016 cresce dello 0,7% congiunturale e dell’1,1% tendenziale, nonostante l’occupazione complessiva aumenti su base annua. Tradotto: anche se aumentano, i posti di lavoro non sono per chi ha dai 15 ai 34 anni.”

La nota congiunta del Ministero del Lavoro, Istat, Inps e Inail ha rilevato che gli occupati tra i 15 e i 34 anni di età, nel III trimestre, sono diminuiti sia su base congiunturale (-1,1%), sia su base tendenziale (-0,6%) e sia in termini di tasso di occupazione.
Si parla di 55 mila posti in meno, su base tendenziale, per i giovani rispetto al 2015 e cali di 29 mila in termini congiunturali.

E nella popolazione adulta?
Contrariamente ai giovani nella fascia d’età compresa tra i 35 e i 49 anni, il tasso di occupazione cresce (+0,1% congiunturale e +0,9% tendenziale) per non parlare degli over 50 in cui la tendenza è ancora maggiore (+0,2% congiunturale e +1,6% tendenziale).

In tutto questo non manca il problema della disoccupazione che, tra i giovani continua ad aumentare (nel III trimestre, +42mila ad un tasso del 2,9%, e anche su base tendenziale c’è un incremento del 6,6%), mentre risulta in calo tra adulti e over 50.

«Buona notizia su crescita, contratti stabili, riduzione sofferenze bancarie. Possiamo fare di più. Fiducia degli italiani e impegno sul lavoro». Commenta così su Twitter il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, i dati pubblicati oggi dall’Istat, Ministero del Lavoro, Inps e Inail.

I dati sul lavoro minano, ancora una volta, alle possibilità di un futuro stabile per i giovani, una risorsa fondamentale per lo sviluppo del Paese che non viene alimentata in modo adeguato. Colpa probabilmente di una mancanza di volontà politica che lascia i suoi figli disillusi e con poche prospettive future.