Uno dei temi caldi del momento è il referendum sul Jobas Act. Guelfi e Ghibellini si stanno già scannando all’ultima parola. In questa accesa battaglia arriva anche la testimonianza di Claudio Cominardi, deputato del Movimento 5 Stelle e membro della Commissione Lavoro alla Camera. Ai microfoni della trasmissione “Legge o Giustizia” condotta da Matteo Torrioli su Radio Cusano Campus, ha apertamente espresso la sua idea sul referendum ma anche su quello che una politica di una “certa” parte cerca di far passare per vero. Ecco i passaggi chiave della diretta sull’emittente dell’ateneo.

Non si fa che parlare del referendum sul Jobs Act. Il momento è così, ora vale tutto e il contrario di tutto. In questo chiacchiericcio alto ma anche da bar, arriva la voce “seria” di Claudio Cominardi, deputato del Movimento 5 Stelle e membro della Commissione Lavoro alla Camera, che sul tema questo dice a Radio Cusano Campus:

Sui voucher “C’è una certa sensibilità al tema e va al di là dell’articolo 18. Un altro tema fondamentale, infatti, è quello relativo ai voucher, strumento principe della precarietà in Italia. La diminuzione della disoccupazione giovanile è una balla. L’Istat conta tra gli occupati anche tutte quelle persone che lavorano un’ora nella settimana nella quale viene offerta la prestazione”.

Sulle decontribuzioni: “Sulle decontribuzioni stiano venendo meno. Prima era al 100% ed abbiamo avuto un boom di nuove assunzioni. In realtà per due terzi dei casi si è trattato di una trasformazione di contratti in essere. La trasformazione era per un contratto non più sicuro o con tutele. Si tratta di una truffa semantica perché tutele non ce ne sono. Le decontribuzioni, poi, non verranno riproposte”.

Sulla preferenza delle aziende circa i voucher: “Le aziende preferiscono i voucher perché non si hanno doveri del datore di lavoro nei confronti del dipendente. Nel contratto a tutele crescenti, almeno, c’è un indennizzo dopo il licenziamento. I costi con i voucher sono molto bassi. Dicevamo che quello strumento non andava liberalizzato e che doveva essere usato occasionalmente: ora è la norma”.

Sulla ricetta del reddito di cittadinanza: “Ricordo come L’OCSE abbia misurato l’indice di protezione dei contratti a tempo determinato ed indeterminato. Come Italia  eravamo nella media, non eravamo un mercato rigido come si diceva. Eravamo più flessibili, prima del jobs act, anche di Francia, Belgio e Germania. Ora siamo super flessibili”.