Avete già scritto la letterina di Natale a voi stessi? Cosa vi è mancato in questo tempo, e sperate possa arrivare dalla mezzanotte del 24 in poi? I bimbi chiedono ai grandi, in questo caso all’omone barbuto, col vocione; i grandi possono solo chiedere a se stessi, cercare dentro, scavare oltre le energie e le forze già impiegate in altre circostanze. E’ il compito che abbiamo per Natale, è il dono che siamo chiamati a cercare dentro di noi. Senza tornare sempre sulle solite banalità, trite e ritrite, regali stupidi e prevedibili, a Natale proviamo ad andare oltre. Cominciamo a pensare a quello che realmente ci serve emotivamente, per stare meglio. Emotivamente, non materialmente.
“Il Natale ci rievoca sempre dei vissuti che ci hanno formato, toccato, edificati, è un ritorno a noi stessi, come senso di condivisione, dono. Per questo non va mercificato. […] Siamo in attesa di qualcosa che accada. […] L’arrivo della nascita di Gesù, è un tempo sospeso. E’ una rincorso nevrotica di pacchi, pacchetti. Ho trovato pacchetti soprattutto per bambini. Ho trovato assegni del tempo per bambini. Regalati dai genitori. Ad esempio assegni di un quarto d’ora al parco giochi. […] Il Natale non va mercificato per questo. […] La magia del Natale ha anche a che fare col desiderio, con cose che non ho, che non ho e che aspetto. […] Ci sono bambini che non riescono ad essere predisposti a ricevere dei doni, per questioni di autostima. C’è il significato importante del sapere donare. […]” Queste le dichiarazioni rilasciate a #genitorisidiventa da Sara D’Andretta, pedagogista ANPE.