Come combattere il terrorismo islamico? Se ne discute molto in queste ore dopo l’attentato di Berlino. Stamattina ne ha parlato Fabrizio Rondolino, editorialista dell’Unità, intervenuto su Radio Cusano Campus nel corso del format ECG. “Il terrorismo islamico? E’ un problema di ordine pubblico, non di religione”, ha spiegato Fabrizio Rondolino, che ha poi dato la sua personale ricetta per fronteggiare questo fenomeno. 

FABRIZIO RONDOLINO A RADIO CUSANO CAMPUS: “TERRORISMO ISLAMICO? IO FAREI COSI'”. CLICCA QUI PER ASCOLTARE L’INTERVISTA INTEGRALE

Sul terrorismo islamico e la reazione di alcuni giornalisti italiani Fabrizio Rondolino è categorico: “Cosa penso di quelli che scrivono “fuori dai coglioni” o “islamici via”? Una volta avrei pensato tutto il male possibile di queste cose, perché considero l’islamofobia uno dei tratti più orribili della nostra cultura contemporanea. E’ vergognoso che in virtù di una religione uno possa essere considerato un potenziale assassino. Adesso sono meno scandalizzato e più preoccupato, perché questa cosa non ha alcun senso. E’ chiaro che non si risolve il terrorismo buttando fuori gli islamici. Buttarla sulla guerra di religione e sulla deportazione di massa significa non voler affrontare il problema. E’ una questione militare, si dovrebbe affrontare così, come è sempre stato fatto. Ci si deve infiltrare, per quanto possibile, visto che esistono islamici di seconda e terza generazione che lavorano in polizia o nell’intelligence. Quando serve si da una risposta militare. Magari si leggono anche le loro riviste, quelle in cui spiegano come lanciare un camion contro il mercato di Natale. E’ esclusivamente una questione di ordine pubblico, punto. Serve massima apertura. Servono moschee in tutti i quartieri, centri islamici in tutte le città, scuole miste, fino al diritto di fare, dire e predicare quello che desiderano. Si vive tra esseri umani”.

Terrorismo islamico a parte, Fabrizio Rondolino ha detto la sua anche sulle difficoltà di Virginia Raggi a Roma: “E’ vero che ci si avvantaggia soltanto quando gli avversari combinano dei guai, ma io vivo a Roma, non posso festeggiare la fine della mia città adottiva. Anche se secondo me la situazione non è così tragica. Roma ne ha viste tante, è sopravvissuta a Nerone, al Papa Re, all’andreottismo. Sopravviverà anche alla Raggi e ai suoi amici.  La cosa è che lei non ha fatto niente per la città, ha solo cambiato assessori. Al bilancio ne ha cambiati quattro in sei mesi. Non riesce ad amministrare Roma”.