“Quando un bambino nasce – se osserviamo un neonato – vediamo che è mosso da due leve: il piacere e il dolore, la risata e il pianto. Un bambino ride in media quattrocento volte al giorno e questa capacità, tipica dell’uomo, viene persa crescendo, perché mettiamo le nostre infrastrutture mentali alla risata. Ci dicono che ridere non è educato, a volte. Ci dicono che a scuola bisogna essere seriosi, e quindi lo facciamo molto poco. […] Un medico indiano, Madan Kataria si è accorto che nonostante i benefici della risata siano molteplici l’uomo ride poco. […] La sua innovazione consiste nel creare una risata artificiosa. […] Per essere meno stressati basterebbe ridere almeno quindici minuti in maniera continuativa. […] Si fanno esercizi di yoga, di respirazione. […] Trovando la risata nascosta riusciremmo ad essere felici nonostante i problemi”, dice Rori Puleo entusiasta ai microfoni di Radio Cusano Campus, durante la trasmissione #genitorisidiventa.
“Oggi abbiamo tanti problemi, siamo poco fiduciosi, nell’altro e in noi stessi”, sottolinea Puleo durante l’intervista. La risata aiuta ad acquisire positività, e dare un approccio più leggero ai problemi, a ciò che ci appesantisce. Nessun conflitto con la terapia psicologica, o psicanalitica, è un coadiuvante, dove non ci sono farmaci, e dove si diffonde benessere e felicità attraverso una risata. Ridere fa bene sempre, in tutte le fasi della vita, e in tutte le circostanze. L’aspetto interessante dello yoga della risata è che porta la gente e a ridere nonostante i problemi, non in assenza di difficoltà. Altro aspetto sottovalutato da chi frequenta già corsi di yoga della risata è che è possibile ridere in compagnia di persone con cui condividiamo la quotidianità: i figli, ad esempio, o il marito, gli amici. La risata, se condivisa, può migliorare gli equilibri emotivi nelle relazioni: pensateci, e tanti auguri, sganasciatevi come se non esistesse un domani!