Qualcosa si muove nella giustizia italiana. È stato appena bandito un concorso pubblico per il reclutamento  di Funzionari direttivi qualificati nelle amministrazioni della Giustizia, Finanze ed Agenzia delle Entrate. Un concorso teso, soprattutto, a dare nuova forza alla giustizia italiana, mettendo dentro giovani preparati e con entusiasmo. Ai microfoni di “Legge o Giustizia” del nostro Matteo Torrioli su Radio Cusano Campus, la radio dell’Università Niccolò Cusano, è intervenuto il professor Stefano Palumbo, docente coordinatore all’Università Niccolò del Master in materia di “Ordinamento Giudiziario e dei Servizi della Giustizia”. Il professore ha parlato di questo nuovo corso, il cui piano didattico è stato formulato in linea con le materie che saranno oggetto del concorso pubblico.  

“Purtroppo, come tutta la pubblica amministrazione italiana, c’è stato un periodo di circa 20 anni durante i quali si è pensato solo ai tagli e al blocco del turn over – ha spiegato il Professor Palumbo – poi è intervenuta anche la riforma pensionistica che ha trattenuto in servizio, fino a 67 o più anni, il personale. Tutta la struttura si è invecchiata. Al Ministero della Giustizia, su un organico previsto circa 47mila unità, ce ne sono circa 36mila: mancano 11mila persone con varie qualifiche. L’aspetto centrale dell’attività degli uffici è svolto dagli assistenti giudiziari, ovvero coloro i quali aiutano il giudice prima, durante e dopo l’udienza. È una qualifica che va rinforzata, con giovani che hanno capacità informatiche e nozioni di diritto adeguate”. Per questo l’Università Niccolò Cusano ha deciso di rendere concreta l’attività didattica, finalizzandola ad un obiettivo. Il Comitato scientifico, inoltre, è una garanzia. Oltre al professor Palumbo, ci sono il Presidente Giorgio Santacroce, Primo Presidente emerito della Corte di Cassazione; il Dottot Antonio Marini, Magistrato direttivo in q. già Procuratore generale f.f. presso la Corte di Appello di Roma. Direttore del corso; il Dottor Vincenzo Di Carlo, Dirigente amministrativo della Corte di Cassazione. “Bisogna partire dal basso per poter arrivare ai vertici. Abbiamo bisogno di tutti – riprende Palumbo – gli uffici sono allo stremo e abbiamo assoluta necessità di avere giovani a lavoro, motivati, altrimenti la giustizia in Italia non potrà che peggiorare ulteriormente. Siamo fuori dai parametri europei già da tempo”. I corsi non sono rivolti solo a chi parteciperà al bando. È stata prevista infatti la formazione anche per chi già lavora nella giustizia. “Il 22 dicembre è convocata una riunione, presso il gabinetto del Ministro della Giustizia Orlando, con tutte le figure sindacali, per discutere della riqualificazione del personale. È una cosa necessaria, perché bisogna ricollocare in profili funzionali, anche con nomi diversi, il personale in servizio. Acquisire, rispolverare o rinforzare una preparazione che si ha è un’opportunità di crescita personale ma anche occasione per avere un titolo da spendere all’interno del luogo in cui si lavora”. Palumbo ha concluso il suo intervento analizzando, in estrema sintesi, le criticità della giustizia in Italia: “Abbiamo dei difetti congeniti come italiani. La litigiosità è superiore ad altre popolazioni europee. Il nostro sistema giudiziario è stato più volte rivisto e modificato. Abbiamo una struttura, però, che non riesce però a soddisfare la domanda. Fossimo un’azienda privata dovremmo aumentare la produzione quando c’è richiesta e ridurla quando non c’è. Purtroppo rimane tutto invariato e purtroppo i numeri crescono, fino a limiti intollerabili, in tutti gli uffici. Il Tribunale di Roma è il più grande d’Europa. La Corte di Cassazione è l’unica, nel mondo, con 83mila casi l’anno. È un quadro che va modificato, semplificato e potenziato con l’ingresso di nuove figure lavorative”.