“Libera o non libera, una città distrutta non è mai vincitrice. Dobbiamo interrogarci su altro: come dobbiamo raccontare la battaglia di Aleppo nel rispetto dei lettori?”. Lo ha detto il giornalista freelance Sebastiano Caputo, intervenuto ai microfoni della trasmissione “Il mondo è piccolo” su Radio Cusano Campus per parlare della battaglia di Aleppo in Siria.

“Non pensavo ci fossero in Italia così tanti sostenitori dei gruppi terroristici -ha aggiunto Caputo-. O meglio, sapevo che c’era disinformazione, ma non credevo si sarebbe arrivati a negare persino all’evidenza”.

“La narrazione ufficiale ha una funzione ben precisa: criminalizzare lo “zar” e il “dittatore” -ha spiegato Caputo-. Invito i lettori a non fidarsi mai di chi parla di un fatto senza viverlo direttamente. E ai giornalisti che hanno un minimo di coraggio dico: gli occhi sono l’ultima arma che abbiamo contro la mistificazione della realtà”.

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