Dallo studio condotto da AlmaDiploma sul profilo dei diplomati 2016, presentato ieri al Ministero dell’Istruzione, emerge una nuova figura di giovane che esce con un titolo dal percorso delle scuole secondarie superiori: il diplomato pentito. Quasi la metà degli intervistati, infatti, non rifarebbe più la scelta compiuta 5 anni prima, questo anche a fronte di un’esperienza formativa soddisfacente.
L’80% dei ragazzi si ritiene complessivamente soddisfatto del percorso svolto alle scuole superiori e quasi 8 studenti su 10 considerano competenti i docenti che hanno incontrato sulla loro strada che, sempre nella stragrande maggioranza dei casi, risulta essere stata regolare e senza anni persi. Dove nasce, dunque, il pentimento?
Il più delle volte viene individuato nella quasi totale assenza di una politica di “educazione alla scelta”, un pentimento che nasce perché nel momento della scelta non è stato intrapreso un percorso di orientamento che mettesse in condizione lo studente di prendere in considerazione tutta la filiera educativa, a partire dalla scuola secondaria di secondo grado.
L’indagine è stata svolta lo scorso luglio su 40mila diplomati di oltre 260 istituti scolastici e tra i diplomati pentiti c’è chi, tornando indietro, farebbe studi incentrati su discipline diverse (41%) o che preparino meglio all’università (16%) o al mondo del lavoro (20%).