Il teatro firmato Rezza Mastrella. Originale, dinamico, divertente e tragico allo stesso tempo. Riflessivo. Lui, Antonio Rezza, comico surreale, dalla mimica incredibile e da una grande versatilità vocale. Lei, Flavia Mastrella, autrice, creatrice di scene surreali, impossibili. Loro le definiscono habitat. Rezza Mastrella festeggiano 30 anni di attività artistica tra teatro, arte, cinema, tv, arte figurativa, fotografia. Antonio Rezza ha raccontato la vita insieme alla sua compagna inseparabile sul palco – e 9 anni insieme come fidanzati – a “Il mattino ha la cultura in bocca”, condotto da Emanuela Valente. Un mese intero per celebrare i 30 anni dell’intensa carriera. Al Teatro Vascello di Roma con “Civiltà numeriche” vanno in  scena gli ultimi tre spettacoli. Al cinema con la proiezione, in prima nazionale, del film”Milano via Padova”. Facciamo un bilancio di questi 30 anni insieme?
Purtroppo per i nostri detrattori che sono ancora numerosi noi stiamo in grande forma. Adesso siamo al massimo del nostro splendore. Non riusciamo a fare nessun tipo di bilancio, se non portando avanti una continuità tra quello che abbiamo fatto e quello che stiamo facendo ora.

Qual è il segreto della vostra lunga unione artistica?
Innanzitutto una certa irriducibilità, un rancore nei confronti di ogni forma di potere costituito e di compromesso che per noi non esisteranno mai. Quella è la molla principale e che ci porta a creare opere innovative.

Com’è nato il vostro incontro?
Facevamo una mostra sul mio volto, interpretavo senza consapevolezza alcuni personaggi storici inventati che Flavia racchiudeva in uno spazio particolare. Tutto nasce dalla ricerca di spazi che poi ci ha contraddistinto, la ricerca di spazi attorno al corpo.