L’INTERVISTA: ROBERTO VICHI

“Sono tornato a casa, dopo 42 anni!”

Sabato prossimo nel programma della Lega Pro spicca la trasferta dell’UniCusano Fondi a Catanzaro. Abbiamo parlato dei trascorsi vissuti nella società catanzarese con Roberto Vichi, che arrivò nella compagine giallorossa dalla Roma. E che in tempi odierni viene da 9 anni di lavoro svolti per la Juventus nel Lazio, in Umbria e in Toscana quale osservatore di calcio nel settore giovanile. Recentemente, dopo 42 anni (!), è tornato a Casa-Madre, all’Associazione Sportiva Roma. Il responsabile delle giovanili è Massimo Tarantino mentre il club del presidente Pallotta ha scelto tre osservatori dividendo in altrettante parti l’Italia: Stefano Palmieri per il Sud, Angelo Di Mario per il Nord, Roberto Vichi per il Centro Italia.

Roberto Vichi, buon pomeriggio. Quali sensazioni hai provato, entrando a Trigoria?

“Ho provato della sana emozione perché per me è stato come tornare a casa, dopo tanto girare. Il compito è quello di osservatore del settore giovanile della Roma e il primo pensiero è stato quello di ritrovare persone con cui ci eravamo lasciati, per percorrere altre strade, tanti anni fa. Mi sono proprio detto “E’ bello, tornare a casa”. La mia con la Roma è una lunga storia d’amore: sono entrato a 12 anni, nel 1966 poi ho fatto tutta la trafila. Sono andato al Catanzaro nel 1974 e ritorno alla Roma nel 2016, 42 anni dopo. Si giocava al Tre Fontane e, cosa curiosa, quest’anno siamo tornati a giocare le partite casalinghe della Primavera all’impianto dell’Eur”.

In mezzo cosa è accaduto? A Catanzaro che rapporto hai avuto?

“Sono stati tre anni tra i più belli della mia vita: prima ho avuti i migliori risultati calcistici nelle giovanili con la Roma, poi a Catanzaro ci sono cresciuto, ci ho fatto la scuola e mi ci sono diplomato; e ci ho lasciato tantissime amicizie. Anche se ora la prima squadra non è delle migliori, uno dei primi risultati che vado a vedere è il Catanzaro, ogni volta che gioca”.

Quello fu il periodo più importante?

“Beh, sono stati importanti anche quegli anni dopo di noi. Noi facemmo uno spareggio per salire in A contro il Verona, si giocò a Terni e perdemmo 1-0; quello era il primo anno. Fu una delusione enorme, per tutta la Calabria. Eravamo partiti non per vincere e ci ritrovammo lì. Ci riprovammo e vincemmo l’anno dopo il campionato. Non fu facile, l’impatto con la Serie A: meglio il girone d’andata, brutto girone di ritorno. Retrocedemmo perdendo la penultima a San Siro 3-2 davanti a 80000 spettatori. Era un confronto diretto e perdemmo. Poi la Roma mi ha riscattato e purtroppo venni via: dico purtroppo perché ero certo che non avrei avuto spazio in quel periodo alla Roma. Mi dispiacque andare via senza poter riparare a quella retrocessione”.

Dove sei finito?

“Andai al Como – dice l’ex difensore giallorosso -, cominciai il mio girovagare tra la Serie B e la Serie C, prestiti, comproprietà, cose varie”.

Però di quel Catanzaro precedente quello degli anni ’80 con Palanca, ho notato che vi rivedete spesso, con i compagni di squadra…

“Le rimpatriate sono dovute quasi sempre all’iniziativa di Claudio Ranieri, che cerca di farci ritrovare tutti assieme, famiglie comprese, ritrovarsi tra fratelli, che amano il Catanzaro. Non è una città particolarmente bella, ma bellissima è la gente, di Catanzaro”.

E ora sei tornato all’A.S. Roma…

“E’ stato un insieme di cose e di situazioni, che mi hanno riportato a casa”.

Lavorare a Trigoria significa anche sopportare il freddo secco della vallata della Via Laurentina, o quando fa tramontana.

Sorride, e dice: “Sì, la sera bisogna coprirsi bene, imbardarsi. Ma la soddisfazione di vedere tutti questi bambini, dalla Scuola Calcio fino alla Primavera, e rivedere ciò che ho vissuto in tutte queste categorie, ti porta a fare il dirigente con la medesima passione di allora. Tieni conto che con la Primavera noi abbiamo vissuto il periodo più importante perché fu un triennio clamoroso, con tre finali giocate e 2 scudetti vinti, con i mister Trebiciani e Bravi. E poi una Coppa Italia di categoria vinta. Spero che lo stesso filotto lo possiamo rivivere in questi anni. Sarebbe meraviglioso”.

Intanto sabato, mentre vede una partita giovanile, non sarà difficile scorgerlo con una radiolina e gli auricolari, per sentire le vicende di Catanzaro-UniCusano Fondi (orario d’inizio 16.30, diretta su Radio Cusano Campus 89.1 FM). Perché la Calabria e la sua gente non passano, di memoria.