c’è chi lo dà per morto. Chi lo pensa forte del 40% del paese. Di certo si parla molto della figura di Matteo Renzi dopo il referendum ma ancor più si parla di quello che accadrà all’interno del PD dopo un’indubbia batosta elettorale. Oggi questa storia ha avuto un nuovo ed importante capitolo che è stato scritto nel programma “Ho scelto Cusano” dei nostri Livia Ventimiglia e Gianluca Fabi. Di cosa si tratta? Delle dichiarazioni di Enrico Rossi. Eccole.
Il Presidente della Regione Toscana ha le idee chiare per il dopo Renzi ed è lui come segretario del PD. In diretta su Radio Cusano Campus, infatti, ha ben esposto il concetto. Ecco i passaggi più importanti:
Sul dopo Renzi: “Renzi ha convocato l’Assemblea Nazionale, io ci sarò e mi candiderò alla segreteria del Pd. Credo che bisogna portare il PD a sinistra, c’è una domanda forte in questa direzione e io posso intercettarla, in base a come ragiono. La mia non è una sinistra di chiacchiere, è una sinistra chi si è misurata con il governo. Voglio ricostruire un’area socialista, sociale, mentre Renzi rappresenta un’area social liberale. Come tutti i partiti progressisti è normale che queste due anime si scontrino e che vinca il migliore. Minoranza PD? Se ci saranno i vari Cuperlo e Speranza sono contento, ma più che fare una sorta di coalizione contro qualcuno, l’importante è che sia chiaro ai militanti, ai compagni, agli elettori, come ragiono e uscire un po’ dalle logiche delle correnti. Se mi candiderò a fare il segretario farò il segretario per 4 anni e non mi candiderò come premier. Uno dei mali del Pd è stato proprio questo. Quasi tutti i segretari che si sono succeduti hanno pensato più alle loro ambizioni di guidare il Paese piuttosto che al PD”.
Su Gentiloni: “Gentiloni al governo fino a scadenza naturale? Sarebbe troppo tempo. Non si può nemmeno aspettare ottobre per avere il vitalizio, sarebbe come dare un bazooka ai propri oppositori. Spero che Gentiloni faccia un piano per le assunzioni dei giovani nel pubblico e nel privato. Poi dovrebbe occuparsi del mezzogiorno e della povertà, garantendo un reddito di inserimento sociale che sia adeguato”.