Il tema delle assegnazione delle case popolari è sempre caldo. E’ sempre più caldo. In questi giorni a San Basilio ci sono i riflettori puntati sopra e non poteva mancare Radio Cusano Campus che affronta il tema a “Legge o giustizia” condotta da Matteo Torrioli. a parlare dell’argomento è L’Avvocato Guido Lanciano, segretario dell’Unione Inquilini di Roma e tesoriere nazionale. Ecco cosa ha detto ai microfoni dell’emittente dell’università Niccolò Cusano.
Assegnazione case popolari? Mai stato facile, mai stato lineare. E lo sanno bene a Roma dove in questi giorni, a San Basilio, è scoppiato il putiferio. Eccco cos’ha detto in diretta su Radio Cusano Campus l’Avvocato Guido Lanciano, segretario dell’Unione Inquilini di Roma e tesoriere nazionale:
Sulla possibilità di una protesta pilotata: “ Non possiamo sapere se ci sia stato un gruppo di persone che abbia voluto scatenare qualcosa per i loro interessi. Sicuramente all’interno delle occupazioni di case popolari c’è anche chi ci specula”.
Sul caso della famiglia di marocchini alla quale era stata assegnata una casa popolare poi “respinta” dalle proteste degli abitanti del quartiere: “In questo caso in particolare, così come altri in tutta Roma, c’è un problema che ci portiamo dietro da una decina di anni per tanto tempo non ci sono state assegnazioni regolari. Chi faceva la domanda sapeva che non avrebbe mai avuto casa. Nel 2009 abbiamo chiesto alla Regione di modificare le modalità di formazione della graduatorie che, prima, erano falsate. Le vecchie graduatorie sono state eliminate e per 4 anni non è stato possibile fare domande. Dopo 4 anni è uscita una nuova norma con graduatorie più corrette”.
Sui passi avanti sul tema: “Finalmente sono state assegnate delle case con tempi più veloci. Chi ha fatto la domanda, con la nuova graduatoria ha dovuto attendere due o tre anni: molto meglio rispetto ai dieci o quindici anni di prima. Certo, bisogna ancora accelerare”.
Come mai, però, in passato ottenere una casa popolare regolarmente era così difficile? “E’ interessante leggere una sentenza della corte di cassazione che ha confermato una condanna a due dirigenti del dipartimento casa perché davano le case ai loro amici. Le davano a caso. Si sono difesi dicendo che le graduatorie non valevano niente e decidevano loro chi ne aveva diritto e chi no”.
Una critica costruttiva: “Ora, purtroppo, il dipartimento non è in grado di assegnare tutte le case che si liberano. Il personale ogni giorno assegna tra le due o le tre case. È il massimo che può fare visto il personale a disposizione. Ad esempio, Comune di Roma e ATER sanno che ci sono 2500 appartamenti abitati da persone che hanno una casa di proprietà. Ogni giorno vengono estromesse due o tre persone a Roma, 400 l’anno circa. Serve più personale per farle uscire da casa. Oramai, cosa che non avveniva da tanto, vengono estromesse persone che non hanno diritto. La riconsegna, anche volontaria, non si può fare prima di tre o quattro mesi per mancanza di personale. Inoltre, nessuno vuole lavorare al dipartimento casa, tra i dipendenti comunali. Volevano mandarci qualcuno ma ci fu una rivolta interna al Comune”.
Sulla vendita delle case popolari: “Non si devono vendere le casi popolari. Se si bloccano le vendite si liberano migliaia di appartamenti perché molta gente, che potrebbe farne a meno, rimane lì perché convinta di riuscire a comprare la casa. Vengono vendute a 35mila – 40mila euro. Vengono acquistate dal 20% degli inquilini. Il restante 80% non ha i soldi neanche per quello”.
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