Laura Puppato e il suo tweet sul voto degli italiani all’estero che continua a far discutere. Per parlarne, questa mattina, la senatrice del Pd è intervenuta su Radio Cusano Campus, nel corso del format ECG. “Il mio tweet sul voto degli italiani all’estero? Ho detto una cosa semplice che in molti hanno fatto finta di non capire”, ha spiegato Laura Puppato, prima di aggiungere che “Il Pd non ha alternative a Matteo Renzi”.
Laura Puppato è tornata sul suo tweet a proposito del voto degli italiani all’estero che tanto ha fatto discutere: “Abbiamo ascoltato negli ultimi mesi i leader delle opposizioni, in particolare Grillo, spiegare agli italiani che dovevano votare con la pancia, senza guardare effettivamente alla riforma, ma solo per cacciare il Governo. In Italia hanno votato no prevalentemente con la pancia, all’estero, dove ha vinto il sì, probabilmente si sono invece presi la briga di studiarsi la riforma. I cervelli all’estero hanno votato sì alla riforma, quindi probabilmente il loro sì era ragionato. Da una parte c’è stato un voto di pancia, dall’altra un voto di testa. Questo voto ha risentito enormemente di questi che nulla avevano a che vedere con la riforma vera e propria. Ne sono molto dispiaciuta. L’Italia ha gettato al vento un’opportunità invece di fare una valutazione sul fatto che per la prima volta la politica stava riuscendo a riformare sé stessa. Salvini e i Cinque Stelle sono stati reazionari, hanno favorito la conservazione. Si esprimono a favore di un cambiamento ma in realtà non lo vogliono“.
Sul futuro del Pd, Laura Puppato ha le idee chiare: “Spero che alla fine prevalga il progetto per l’Italia. Renzi ha commesso i suoi errori e lo ha fatto perché è un centralizzatore, uno che porta avanti le questioni in prima istanza, da solo. Questi sono errori veniali, trovo che sia stato devastante che all’interno del Pd si siano privilegiati le rese dei conti e le vendette personali. Non abbiamo soluzioni alternative a Renzi, Renzi per questo Paese e per questo Governo è stato un valore. Io non ho mai lavorato tanto come da quando c’è lui”.