Lo spessore di un personaggio come Antonio Ingroia non è in dubbio. Le sue valutazioni politiche, invece, sono soggette, come in tutti i casi, all’intelletto del singolo individuo. Intanto il leader di Azione Civica non si nasconde dietro un dito e risponde apertamente a chi gli chiede come è messa l’Italia dopo la vittoria del NO al referendum. Ecco cosa ha detto ai microfoni di Radio Cusano Campus:
Sull’esito del referendum. “C’è grande soddisfazione, non solo perché mi ero apertamente schierato per il No, ma anche perché è stato un momento di grande affetto verso la Costituzione e di grande partecipazione democratica da parte dei cittadini, cosa che non accadeva da anni. In questi ultimi anni c’è stata una disaffezione nei confronti della politica, un’apatia, un prevalere di sentimenti negativi, questo voto è stato in controtendenza. La riforma di Renzi era una riforma che, in nome di principi in astratto condivisibili come quelli della governabilità ed efficienza, andava a discapito della democrazia orizzontale e quindi la partecipazione dei cittadini”.
Sulla questione della rappresentanza. “Credo che ci sia una larga parte della società italiana, quella meno tutelata, che si sente poco rappresentata dalla politica. Al di là della polemica sulla cosiddetta Casta, credo sia indubbio che c’è sempre una più marcata distanza tra i cittadini e quelli che io chiamo i politicanti, quindi i politici di professione. Si è interrotto quel necessario ricambio generazionale. La classe dirigente del Paese ha un’età media troppo alta, gli spazi per i giovani sono troppo pochi. I giovani si trovano costretti ad emigrare. Come si può invertire questa tendenza? Creando opportunità di lavoro per i giovani e creando un vero e serio ricambio”.