Ora è tempo di capire perché Matteo Renzi ha ricevuto un NO così forte in un referendum che di altro parlava ma un po’ anche dell’indice di gradimento dell’Italia nei suoi confronti. Ha una sua teoria molto forte sulle ragioni della debacle Antonio Brandi, Presidente di Pro Vita Onlus, intervenuto ai microfoni di Matteo Torrioli su “Legge o Giustizia” in onda alle 20 su Radio Cusano Campus, la radio dell’Università Niccolò Cusano. Cos’ha detto? Ha legato l’ex sindaco di Firenze a Obama. Ecco come.

In diretta su Radio Cusano Campus il Presidente di Pro Vita ha così spiegato a “Legge o Giustizia” perché l’ormai ex Presidente del Consiglio ha perso:

“Renzi è stato punito per le unioni civili, per la gestione del tema delle droghe e per le leggi contro le terapie riparative per gli omosessuali. Queste ultime, d’altronde, le ha vietate anche Obama ed è stato punito dagli elettori”. Secondo il Presidente Antonio Brandi, lui molti “no” sarebbero dovuti alle politiche di Renzi sugli omosessuali:

“Noi di Pro Vita ci siamo sempre schierati per il “no” per ragioni morali e bioetiche. Abbiamo visto come è passata la Cirinnà, ovvero a colpi di fiducia. Abbiamo successivamente visto i tentativi di far passare la legge sulla liberalizzazione delle droghe, poi quella di Lo Giudice contro le terapie riparative per gli omosessuali che soffrono la loro condizione. Con il sì sarebbe stato facile approvare la legge su eutanasia, educazione gender, adozioni gay e utero in affitto. Sarebbero passate alla velocità della luce perché Renzi e il suo partito avrebbero comandato tutto. Siamo contenti del risultato”.

Quanti voti avrebbero spostato queste politiche del governo? “Qualche milione di sicuro. Per un milione di persone che sono venute a Roma per manifestare c’erano tanti altri milioni di persone che la pensano come non noi ma che non sono potute scendere in piazza”.

Renzi identico al Presidente degli Stati Uniti: “Obama ha voluto questa legge contro le terapie riparative per gli omosessuali e l’ha fatta applicare. Ricordo anche la legge contro l’omofobia con la quale si configura un reato di opinione: passasse non potrei dire quello che penso e che dico ogni giorno”.

Sulle lobby gay: “Non sono loro che hanno potere ma sono gli interessi finanziari in ballo a decidere. Procreazione artificiale, utero in affitto: si parla di miliardi di profitti. Forbes nel 2013 valutò il mercato mondiale LGBT a 300 mila miliardi di dollari perché i gay viaggiano di più, sono più ricchi. Il grande capitale è sempre stato nemico del popolo e non a caso le grandi multinazionali americane volevano far passare le nozze gay”.