“Gli Italiani hanno esercitato in modo democratico un parere imprescindibile. Detto questo non confondiamo la costituzione con le leggi ordinarie. La costituzione è una cosa che deve dare il campo di gioco nel quale la democrazia deve giocare la propria partita. Per migliorare la sanità si possono fare delle leggi ordinarie. I ritardi dei farmaci e i vari problemi sanitari sono legati ad un finanziamento sottostimato della sanità”. Lo ha detto Il Senatore Andrea Mandelli (FI), vice Pres. Commissione Bilancio e Pres. Ordine Farmacisti, intervenuto ai microfoni della trasmissione “Genetica oggisu Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano.  “Si parla sempre di peso sanitario, ha aggiunto, ma invece dobbiamo parlare di investimenti in salute sui nostri cittadini. Non è con la costituzione che mettiamo a posto le storture della sanità italiana. Lo si fa con il lavoro e il finanziamento”. 

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Voltare pagina

“Sono convinto che il paese ha bisogno di riforme condivise e con idee chiare. Forza Italia ha già in mente una riforma della costituzione che però va fatta concordemente senza forzature e strappi perché il paese non può permettersi il lusso di arrivare al termine di una campagna elettorale come questa divisa sul patrimonio comune che sono le  regole generali della nostra democrazia. Il paese deve essere ricucito velocemente e abbiamo bisogno di voltare pagina. In questo momento i problemi del paese non sono la riforma costituzionale ma il lavoro dei giovani, una migliore sanità, cercare di diminuire il debito pubblico, abbassare le tasse per aiutare le imprese. Dobbiamo lavorare per il paese senza perdere tempo. Il Presidente Berlusconi -ha aggiunto il Sen.Mandelli- ha dato le linee per una proposta di riforma costituzionale, questo dimostra che non eravamo contro in modo assoluto ma con un’idea di portare il paese fuori da queste sabbie mobili. Non è con questa riforma che avremmo risolto i problemi fra stato e regioni dal punto di vista sanitario. La corte costituzionale comincia ad avere una via più stabile per i contenziosi fra Stato e Regioni”.